Pensione d’Invalidità: l’aumento arriva con la Consulta

corte costituzionale

Pensione d’Invalidità: l’aumento arriva con la Consulta. Vediamo quali sono le novità.

Si è prossimi ad una svolta molto importante nel riconoscimento dei diritti delle persone invalide. Questo è possibile grazie alla posizione assunta dalla Corte Costituzionale a seguito della questione di legittimità sollevata dalla Corte d’Appello di Torino circa l’ammontare dell’assegno ordinario di invalidità. Attualmente la somma che un disabile grave percepisce è fissata in 286,18 Euro mensili. Questa somma è da considerarsi irrisoria e insufficiente per garantire il sostentamento delle persone con disabilità gravi. La Corte Costituzionale ha stabilito che questa somma “non assicura i mezzi per vivere”, in quanto “non soddisfa i bisogni primari della vita”.

L’Assegno ordinario d’invalidità: in cosa consiste?

Con Assegno Ordinario d’Invalidità si intende una prestazione economica erogata dallo Stato a favore di persone affette da una riduzione della capacità lavorativa superiore ai due terzi, a causa di infermità o deficit fisici o mentali. L’assegno spetta a persone di età compresa tra i 18 e i 67 anni. Per poter beneficiare di questa prestazione economica, l’interessato dovrà inoltrare domanda all’INPS per richiedere il riconoscimento dei requisiti sanitari. Per ottenere l’erogazione della prestazione l’interessato dovrà sottoporsi ad una visita  presso i Centri medico legali dell’INPS. Tale accertamento dovrà attestare la presenza di determinati requisiti necessari per ottenere il sostegno economico. L’erogazione della prestazione inizierà, normalmente, a partire dal primo giorno del mese successivo alla presentazione della domanda. Al momento l’importo dell’assegno è di 286,81 Euro e viene corrisposto per tredici mensilità.

Pensione d’Invalidità: l’aumento arriva con la Consulta

La Corte Costituzionale, di cui si attende il deposito della sentenza nelle prossime settimane, ha ritenuto l’assegno attuale inadeguato. Un importo irrilevante ai fini della possibilità di garantire una vita dignitosa alle persone totalmente inabili al lavoro. Il riconoscimento di un importo così basso sarebbe, secondo la Corte, illegittimo in quanto vìola il diritto sancito dall’art.38 della Costituzione. Ovvero, l’obbligo di garantire ad ogni cittadino inabile al lavoro il mantenimento e l’assistenza sociale.

A seguito di questa pronuncia, si è stabilito che il cosiddetto “incremento al milione” (pari a 516,46 Euro) riconosciuto ai trattamenti pensionistici debba essere assicurato agli invalidi civili totali, senza attendere il compimento del sessantesimo anno di età. Di conseguenza l’incremento economico dovrà riguardare tutti gli invalidi civili dai 18 anni di età e che non possiedano un reddito superiore a 6.713,98 euro.

La pronuncia della Consulta  non avrà effetto retroattivo, pertanto sarà applicabile solo dal giorno successivo alla pubblicazione della sentenza in Gazzetta Ufficiale