L’agroalimentare è uno dei settori trainanti in Italia. Nonostante ciò le difficoltà ci sono e si sentono. Due marchi storici del mondo della pasta italiana stanno vivendo momenti non certamente entusiasmanti: pasta Zara e De Cecco.
Parliamo in primis di Pasta Zara che dopo un omologa di concordato preventivo con continuità aziendale entra a far parte del gruppo Barilla con la cessione per 118 milioni dello stabilimento. Questo accordo prevede anche un contratto di co-packing (imballaggio, confezionamento ed etichettatura dei prodotti Zara) per un periodo di cinque anni.
Il peso dei debiti
Pasta Zara ha un debito finanziario lordo di 241 milioni di euro, di cui 178 milioni nei confronti di varie banche. In una situazione finanziaria precaria, l’azienda ha preferito chiudere i battenti nel 2017 con una perdita di 25,7 milioni.
Cosa prevede la proposta concordataria
I debiti finanziari compreso un mini bond da 5 milioni in scadenza tra un mese saranno soddisfatti al 33% dall’omologa. I crediti verso alcune banche soddisfatti per il 33% dovranno essere coperti entro 5 anni. Infine i crediti degli istituti di leasing saranno rimborsati entro due anni per l’intero importo.
I dissidi superati a Pasta De Cecco
Pasta De Cecco, vive invece problemi ben diversi. Non c’è più collegialità di vedute nel pacchetto azionario e si sono verificati vari cambi nell’assetto. In più per dare maggiore solidità a Pasta De Cecco, si sta cercando un socio per dare linfa ad un percorso di crescita aziendale che potrebbe passare anche per la quotazione in Borsa in futuro. Si era parlato di un grande fondo internazionale ma non si è fatto più nulla. Nel 2019, in attesa dell’ufficialità, si prevede che i ricavi sarebbero saliti del 6,56% a 480 milioni e i margini da 50 a 54 milioni.
La quotazione in Borsa conviene?
Non è la prima volta che si parla di De Cecco sui listini della Borsa italiana. Una idea accarezzata anche due anni fa. Addirittura fu inserito un ordine del giorno apposito durante un’ assemblea di bilancio dei soci del pastificio. Prospettive rimaste sulla carta.
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