Siamo alle soglie di un settembre rovente per il mondo politico italiano con i partiti che si preparano alle elezioni, agli intrighi e ai rimpasti nella squadra di Governo. Il presidente Draghi sul fronte nazionale sembra solo apparentemente impegnato su pandemia, lavoro e sicurezza. O su accoglienza e leadership internazionale insieme al capo della Farnesina. Super Mario invece segue tutto, incluse le tensioni tra i partiti della maggioranza che, sorrisi a parte, sono pronti alla battaglia. C’è l’imminente campagna elettorale per le amministrative e ci sono i lavori parlamentari che si preannunciano complessi. Ma anche cambi di poltrone da farsi e pericolosi intrighi nei partiti più longevi. Ecco cosa tenere d’occhio secondo la Redazione Attualità di ProiezionidiBorsa.
Poltrone “calde”
Partiti e leader pronti alla sfida di settembre con elezioni, intrighi e rimpasti. Ci sono i rimpiazzi obbligatori, come quello del sottosegretario all’Economia Claudio Durigon, che non era possibile evitare, a causa dell’imbarazzante materia. Il viceministro leghista aveva espresso il desiderio di cambiare nome al parco Falcone e Borsellino di Latina per tornare a quello del fratello del duce, Arnaldo Mussolini. Il pressing del numero uno del Pd, Enrico Letta, è stato incessante. Ma la Lega, dal canto suo, cita quotidianamente la ministra Luciana Lamorgese. A giudicare il Viminale troppo indulgente in tema di accoglienze e sbarchi è il segretario nazionale Matteo Salvini.
Scontro aperto dall’agenda Covid al pianeta scuola
Evitare che la pandemia si aggravi è l’obiettivo a cui tendono tutti gli schieramenti. Ma su tavolo ci sono anche la ripartenza a scuola in presenza, la raffica di cartelle fiscali arrivo nelle case degli italiani. Inoltre, la riforma degli ammortizzatori sociali e l’incognita crisi delle PMI. Prima dell’inverno il Governo Draghi si confronterà poi con due temi roventissimi. Da un lato, il reddito di cittadinanza, caro ai 5 Stelle ma osteggiato da Italia Viva e Lega. E dall’altro la pensione a Quota 100, che vede ancora una volta contrario il partito di Salvini.
Partiti e leader pronti alla sfida di settembre con elezioni, intrighi e rimpasti
Sul fronte fiscale si sente già la mano del premier. Il decreto legge di riforma fiscale è slittato ma si farà, come il codice della crisi d’impresa. Il Governo dovrà anche varare il DDL sulla concorrenza. C’è poi il capitolo ‘spinoso’ della giustizia. La riforma penale ha superato lo scoglio del voto alla Camera. Il testo dovrebbe arrivare in Aula ‘blindato’ da possibili ricorsi alla fiducia. Ma il leader del Movimento 5 stelle Giuseppe Conte punterebbe a una terza lettura del provvedimento.
Pressing sul Ministro Cartabia
All’esame di Palazzo Madama saranno anche il riassetto della giustizia civile e lo sveltimento dei processi, impegni assunti con Bruxelles nell’ambito del PNNR. Per frenare la riforma del CSM è pronto il referendum promosso dal Partito Radicale, sostenuto da varie forze politiche, che ha già raggiunto la soglia delle 600mila firme in tutta Italia.
Arriva in aula il Green Pass
Fra una settimana ci sarà il voto sul Green Pass obbligatorio da settembre. Non si escludono modifiche dell’ultimo momento. In commissione sono stati presentati circa 1.300 emendamenti. La Camera dovrà varare in via definitiva il decreto sullo ‘stop alle Grandi navi’ nella laguna di Venezia. Così come anche la proposta di legge sulla parità salariale, la lotta contro il gender gap e le discriminazioni di genere sul posto di lavoro. Infine, anche la proposta di legge voluta da Giorgia Meloni sull’equo compenso.
La corsa per il Quirinale
Quando si parlerà di Quirinale, i democratici paiono pronti a sfilarsi dall’idea di staffetta col centrodestra. Intanto tira brutta aria in Forza Italia. Non si spengono i malumori sulle voci di offerta della guida del partito al Presidente del CONI Giovanni Malagò. C’è nervosismo tra i ‘colonnelli’ anche sull’ipotesi di passaggio del testimone a Pierferdinando Casini. Tace invece il vicepresidente Antonio Tajani, sia su questo caso che sulle polemiche per le candidature della destra al Quirinale. Tra quelle da giocare Silvio Berlusconi avrebbe, indubbiamente, oltre la propria, anche quella di Tajani. E un nome al femminile: Maria Elisabetta Alberti Casellati.