Pagherà i debiti del defunto l’erede che non volendo partecipa a questa richiesta all’Agenzia del Territorio

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Ereditare i beni di un parente defunto può non essere una cosa semplice e a volte non è nemmeno una cosa buona. Un figlio, il coniuge, i nipoti e chiunque è chiamato ad ereditare, subentra nei beni del defunto, ma allo stesso tempo subentra nei debiti dello stesso. Alla morte di un caro gli adempimenti in capo ai superstiti sono sostanzialmente due. Uno è la dichiarazione di successione, l’altro invece è la voltura catastale.

Da quando la dichiarazione di successione è diventata telematica, i due adempimenti spesso vengono effettuati insieme. In pratica, presentando la dichiarazione di successione con annessa richiesta di volture catastali, la procedura si completa del tutto. Capita così che un erede distratto finisca con l’ereditare, quasi non volendo, sia i beni del defunto che i debiti.

Pagherà i debiti del defunto l’erede che non volendo partecipa a questa richiesta all’Agenzia del Territorio

Quando un parente muore, gli eredi hanno un diritto sancito dalla Legge che è quello di rinunciare all’eredità. Un istituto questo della rinuncia, che può tornare utile a chi non vuole far parte del lascito ereditario, soprattutto se il defunto ha più debiti che beni. La rinuncia all’eredità altro non è che una dichiarazione di non voler accettare il patrimonio lasciato dal defunto, sia attivo che passivo. Con la rinuncia, da presentare al Notaio o direttamente al Tribunale, un erede fa cessare su di esso, tutti gli effetti dell’apertura della successione rimanendone completamente estraneo. Senza la rinuncia i problemi possono essere piuttosto seri. E c’è chi non presta attenzione a cosa fanno gli altri eredi.

Attenti alla voltura

La dichiarazione di successione con tanto di volture catastali, può essere presentata anche da un solo erede. Per esempio, da solo uno dei tre figli di un defunto. Esiste quella che si chiama successione legale, e se nessuno dei tre (ipotizzando che questi siano gli unici eredi del defunto) rinuncia all’eredità, il figlio dichiarante provvederà ad inserire nella successione tutti i chiamati all’eredità. Dopo la successione si passa alla voltura catastale, con la quale il nome di tutti e tre i figli finisce sulle visure catastali di terreni e fabbricati per esempio.

La casa intestata interamente al defunto finisce con l’essere divisa in 3 parti con una quota pari al 33,33% per ciascun figlio. Il solo fatto che la procedura di voltura venga risulti completata, mette gli eredi di fronte all’accettazione tacita dell’eredità. Pagherà i debiti del defunto l’erede che finisce nelle visure catastali anche se intendeva solo partecipare alla successione contribuendo al pagamento delle imposte.  Lo ha confermato anche una recente sentenza della Corte di Cassazione, cioè la pronuncia n° 12259 del 14 aprile 2022.

Lasciando da parte il caso specifico della Cassazione, che parla di eredità giacente e di curatore nominato, è da sottolineare che la sola presentazione della successione non deve considerarsi come tacita accettazione dell’eredità.

La successione infatti è adempimento fiscale, utile a pagare le relative imposte di successione, ipotecarie, catastali e le imposte di bollo. La voltura invece è un atto che cambia la proprietà di un immobile e come tale è tacita accettazione dell’eredità. Le vie per salvarsi sono due. La rinuncia all’eredità come detto prima, o partecipare solo alla successione e non dare l’ok alla voltura catastale.

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