Ogni anno la storia si ripete. Con l’avvicinarsi delle festività natalizie, molti contribuenti ricevono il fatidico e immancabile consiglio di effettuare un versamento nella previdenza integrativa. Apparentemente un suggerimento davvero prezioso: ci garantiremo una rendita futura ed allo stesso tempo risparmieremo sulle tasse. Lo Stato, infatti, consente di dedurre i versamenti in previdenza complementare fino a 5.000 euro all’anno. In questo articolo vogliamo capire se è davvero un’operazione vantaggiosa e rispondere ad una domanda molto comune.
Pagare meno tasse è sempre un affare? Ovviamente, in prima battuta, risponderemmo di sì. Risparmiare sulle tasse non si può non considerare un affare. Uno sguardo più critico sulle gestioni previdenziali spinge, però, verso un minor ottimismo. Negli ultimi anni i rendimenti di questi strumenti sono letteralmente crollati, come abbiamo visto in un nostro recente approfondimento. Ma gli svantaggi potrebbero non fermarsi qui.
Pensioni integrative, un lucroso mercato
Quando i consigli disinteressati diventano molto pressanti, può sorgere il dubbio che tanto disinteressati non siano. Il mondo della previdenza integrativa non fa eccezione. Secondo la Commissione di Vigilanza sui fondi pensione, il costo di una polizza arriva spesso al 3,5% annuo. Nel corso di una carriera lavorativa di 35 anni pagheremmo quindi mediamente il 71% di costi al gestore. Non è assurdo pensare che questi esborsi superino il vantaggio fiscale. Quindi: pagare meno tasse è sempre un affare? La risposta adesso potrebbe essere negativa. Saranno certamente positivi i ritorni per la lunga filiera di venditori e consulenti che promuovono questi strumenti. Un mercato lucroso alimentato da vantaggi fiscali non sempre così certi ed evidenti.
Pagare meno tasse è sempre un affare?
La previdenza complementare non è in discussione. Garantirsi una rendita futura è sempre più una scelta irrinunciabile. Non è nemmeno facile rinunciare a 5.000 euro di deduzione fiscale. L’importante è fare una scelta oculata e non dettata dalla fretta di fine anno fiscale. Il mondo del risparmio assicurativo è complesso e, a volte, può presentare costi elevati. Soprattutto se la filiera tra la compagnia ed il cliente risultasse lunga. Ogni passaggio infatti, prevede una commissione che grava sul rendimento finale dello strumento. La Redazione di ProiezionidiBorsa consiglia sempre un’attenta lettura delle condizioni contrattuali ed una comparazione con il mercato di riferimento. Non dimentichiamo che una piccola differenza commissionale annua, può diventare molto rilevante sul lungo termine per effetto della capitalizzazione composta