Negli ultimi anni le carte di pagamento sono sempre più usate per gli acquisti di tutti i giorni. Le restrizioni all’uso dei contanti e gli incentivi previsti per chi paga con mezzi tracciati hanno infatti modificato le abitudini degli italiani. Applicazioni di pagamento, carte di credito, prepagate e bancomat sono quindi ormai entrate nella quotidianità delle famiglie.
Con esse si è anche assistito ad un aumento delle frodi e delle clonazioni a danno di ignari correntisti. La Redazione di ProiezionidiBorsa ha trattato questa tematica e analizzato i rischi che si corrono e come cautelarsi. Un recentissimo pronunciamento della Suprema Corte ha ridefinito le responsabilità tra cliente ed emittente della carta in caso di truffa. I giudici hanno ridefinito le responsabilità della clientela a tutto vantaggio di quest’ultima. Insomma, ora è più facile ottenere un risarcimento dalle banche, ecco cosa dice la Cassazione con l’ordinanza 26916/2020.
In caso in discussione
La Corte di Cassazione ha giudicato il ricorso di un correntista che aveva contestato un addebito registrato sulla propria carta di credito. L’ordinanza pubblicata il 26 novembre scorso respinge una precedente sentenza di un giudice di pace e ridefinisce le responsabilità delle parti. Nello specifico, la Cassazione ribalta l’onere della prova sull’erogatore del servizio di pagamento.
Quest’ultimo, infatti, deve fornire prova della riconducibilità di ogni operazione al titolare della carta. Si tratta di un orientamento già avvalorato dalla sentenza 2950/2017 della stessa Corte che solleva il cliente da una serie di obblighi. Secondo le banche, infatti, per contestare un movimento, il cliente deve provare la diligente custodia dello strumento di pagamento. Questo approccio potrebbe non essere più valido d’ora in avanti.
Ora è più facile ottenere un risarcimento dalle banche, ecco cosa dice la Cassazione
L’ordinanza 26916 si fonda sulla diligenza tecnica richiesta all’Istituto finanziario che deve quindi fornire il dettaglio delle transazioni eseguite. Secondo i giudici, in mancanza di adeguata prova della riconducibilità dell’addebito al titolare, quest’ultimo non ha alcun ulteriore onere. Insomma, ora è più facile ottenere un risarcimento dalle banche, ecco cosa dice la Cassazione ribadendo una responsabilità in capo al consumatore. In caso di addebito non autorizzato di una carta, il titolare deve darne immediata comunicazione all’emittente. Permettendo così di intraprendere idonee iniziative a tutela delle parti e della credibilità dell’intero circuito di pagamento.