In un recente approfondimento, la Redazione di ProiezionidiBorsa ha trattato il rischio di sovraindebitamento derivante da un eccessivo ricorso al credito. Alcuni strumenti infatti, consentono di ottenere nuovi finanziamenti anche in presenza di più rate da pagare e di segnalazioni negative. Il motivo è l’obbligatorietà di assicurazioni sul credito che riducono fortemente il rischio per le finanziarie. In questo modo gli istituti possono offrire credito anche a persone segnalate come cattivi pagatori.
Normalmente le polizze CPI valutano congiuntamente la solidità del datore di lavoro e l’ammontare del TFR accantonato. Sarà proprio il TFR infatti a garantire il creditore nel caso in cui il cliente perdesse il proprio lavoro. Per questo motivo normalmente le banche richiedono una certa anzianità lavorativa ai lavoratori del settore privato. C’è però la possibilità di ottenere oltre 21.000 euro di finanziamenti facili anche per neoassunti cattivi pagatori. Vediamo insieme come.
Le cessioni no-TFR
Molte finanziarie consentono di accedere ad una cessione del quinto anche senza aver accantonato un rilevante TFR. Questo è possibile grazie alla sottoscrizione di un’apposita polizza che coprirà l’intero importo del finanziamento. Ovviamente con costi più elevati rispetto alle operazioni garantite dal TFR.
Una possibilità per lavoratori dipendenti che abbiano chiesto un’anticipazione sul TFR o per chi abbia appena trovato un nuovo lavoro.
Il lavoratore dovrà aver superato il periodo di prova che normalmente non dura più di tre mesi. Da un’analisi di mercato emerge che è possibile ottenere oltre 21.000 euro di finanziamenti facili anche per neoassunti cattivi pagatori. Possono accedere a queste soluzioni lavoratori dipendenti di imprese medio-grandi. Il datore di lavoro deve essere una società di capitali con almeno 16 dipendenti.
Oltre 21.000 euro di finanziamenti facili anche per neoassunti cattivi pagatori
Per ottenere più di 21.000 euro, un neo assunto dovrà vantare una retribuzione mensile non inferiore a 2.000 euro. A richiesta del dipendente, il datore di lavoro comunicherà la cosiddetta quota cedibile. Ovvero l’importo massimo possibile per le rate mensili che non potrà superare un quinto dello stipendio. Ipotizzando una rata di 430 euro al mese ed una durata di 5 anni, il richiedente potrà ottenere oltre 21.000 euro. Ma dovrà restituirne quasi 26.000. Il costo potrà variare da un 7% ad oltre il 15% a seconda della finanziaria scelta. Certamente una possibilità di accesso al credito anche per chi altrimenti non potrebbe richiedere un finanziamento. Non dimentichiamo, però che si tratta di una formula di finanziamento mediamente piuttosto onerosa. Un impegno economico che ridurrà sensibilmente l’importo dello stipendio netto per diversi anni.