La conclusione di Gennaio si sta profilando particolarmente volatile per diversi fattori che incidono in modo prepotente sul trend a cui i mercati ci hanno abituati. Ieri è girata l’indiscrezione attribuita al ministro dell’energia russo circa la disponibilità di Mosca a sedersi al tavolo invocato dall’OPEC sulla riduzione degli attuali livelli di produzione fino al 5%. Come di consueto nella dialettica diplomatica, si sono susseguite voci di conferma e smentita, principalmente legate alla necessità delle parti a sondare le effettive intenzioni delle altre parti. Un gioco che comunque ha convinto imercati della genuinità delle intenzioni tanto da spingere le quotazioni dei due principali contratti legati al mercato dell’energia, Brent e WTI, verso forti rialzi. Il contratto Brent, scambiato al LME ha toccato quota 36 $/barile, mentre il WTI ha raggiunto i 34 $/barile: torna in positivo lo spread a favore del contratto londinese e torna al rialzo il trend di breve periodo. Ora sarà necessario passare dalle parole ai fatti e, anche se la natura emergenziale della richiesta sembra particolarmente concreta, esistono elementi di rischio per la riuscita del piano tra cui i contrasti tra Arabia Saudita e Iran, la generale diffidenza tra i produttori di greggio e il rischio che la risalita dei prezzi innescata da un taglio di produzione rimetta il turbo ai livelli di estrazione degli USA attualmente in rallentamento. Altro importante avvenimento è la decisione della Bank of Japan di portare i tassi in negativo a -0.10%. Una mossa reputata a sorpresa da molti, anche se esistevano elementi anticipatori. Tuttavia, anche per la natura del voto che ha visto il board spaccato 5-4, l’impatto è stato particolarmente inaspettato, ma è stato sufficiente a fornire ai mercati elementi distensivi. Sul fronte azionario, infatti, dopo la cavalcata delle borse asiatiche con l’indice Nikkei in testa a +2.80%, anche le borse europee aprono in forte rialzo sulle aspettative di un nuovo ciclo di easing a livello globale.
Market Movers
12:30 Giappone Inflazione a/a cons. 0.2% prec. 0.3%
12:30 Giappone Disoccupazione cons. 3.3% prec. 3.3%
12:50 Giappone Produzione industriale a/a cons. 1.0% prec. 1.7%
04:00 Giappone Riunione politica monetaria BOJ cons. 0.0% prec. 0.0%
07:30 Francia PIL a/a cons. 1.2% prec. 1.1%
08:00 Germania Vendite al dettaglio a/a cons. 2.0% prec. 1.5%
09:00 Spagna Inflazione a/a prel. cons. 0.8% prec. 0.8%
11:00 Eurozona Inflazione a/a prel. cons. 0.4% prec. 0.2%
11:30 Russia Riunione politica monetaria cons. 11% prec. 11%
14:30 Stati Uniti PIL t/t cons. 0.8% prec. 2.0%
16:00 Stati Uniti Fiducia consumatori Michigan cons. 93.0 prec. 92.6
EURUSD
Apertura dei mercati poco mossa per la moneta unica che torna in area 1.09 dopo una puntata durante la sessione asiatica verso quota 1.0960. L’apertura delle piazze europee generalmente molto positiva ha contribuito a riportare al ribasso le quotazioni del rapporto tra moneta unica e biglietto verde che comunque dovrebbe consolidare l’area attuale in presenza di dati macroeconomici europei ancora contrastati. Il pomeriggio, invece potrebbe portare ad un consolidamento della quota attuale con possibile aumento della volatilità intorno a 1.09 o estensione a cavallo della trendline ribassista (rosso) qualora i fondamentali a stelle e strisce si discostassero in modo significativo dalle attese.
GBPUSD
La sterlina inglese rimane ferma a quota 1.4350 in apertura dei mercati europei senza risentire negativamente del rimbalzo delle quotazioni dell’indice di riferimento con il FTSE100 che apre in gap positivo durante l’ultima sessione di contrattazioni della settimana. Permane quindi una tendenza rialzista del trend sul cable almeno nel breve periodo anche in previsione di dati statunitensi in uscita nel pomeriggio non particolarmente incoraggianti sulla crescita trimestrale. Attenzione comunque alla volatilità legata a scostamenti dalle attese sui fondamentali a stelle e strisce.
USDJPY
Yen giapponese in fortissimo rallentamento dopo una sessione asiatica caratterizzata da diversi importanti avvenimenti che hanno portato anche il mercato azionario e l’indice Nikkei della borsa di Tokyo ad un recupero del 2.80%. I dati usciti nella notte sul Giappone hanno contribuito a delineare un quadro ancora contrastato con inflazione che non riparte e spesa delle famiglie in calo. Durante la riunione di politica monetaria, però, la Bank of Japan ha tagliato i tassi a sorpresa portandoli in negativo a -0.10% contribuendo ad un fortissimo indebolimento dello yen che è passato da quota in area 118.80 fino oltre 121.00, salvo poi attestarsi in apertura dei mercati europei in area 120.90. L’attesa per oggi è per i dati statunitensi in uscita questo pomeriggio che potrebbero ridimensionare l’ascesa di USDJPY soprattutto qualora venisse confermata la crescita USA inferiore rispetto alle attese.