Nuovi segnali di peggioramento dell’economia tedesca e francese

economia tedesca

Nuovi segnali di peggioramento dell’economia tedesca e francese emergono dalle prime news economiche di giornata.

Quasi a volere sminuire i brillanti numeri pubblicati ieri e che ci avevano aperto a una ottimistica attesa sul prosieguo.

L’unico lato positivo è che questa conferme di debolezza aiuteranno, si spera, i capoccioni di Bruxelles, Francoforte e Berlino  a comprendere che la politica di austerity imposta fin qua NON funziona.

Economia europea: primi dati macroeconomici di giornata

Produzione industriale tedesca (Mensile) (Set) -0,6% -0,4% 0,4%
Investimenti industriali francesi (4° trim.) -1,0% 6,0%

Grande delusione ha suscitato il dato sulla produzione industriale tedesca atteso a -0.4% già in calo dal precedente +0.4% e capace di fare peggio con -0.6%!

E’ anche vero che il brillante dato degli ordini alla fabbriche germaniche pubblicato ieri si riferisce sempre a settembre.

Quindi gli effetti sulla produzione della nuova ondata di ordini non sono ancora contabilizzati nel dato odierno.

E infatti definire lo stato di salute dell’economia con dati così contraddittori risulta complesso e solo l’evoluzione dei dati chiarirà la dinamica in atto.

Recessione o ripresa? Francia e Germania al bivio

Vendere le azioni sulla base di un singolo dato non è mai cosa saggia.

Tutto va sempre contestualizzato.

E in questo senso è presto per emettere sentenze.

E’ chiaro che tra le cose da non comprare in borsa la Francia si mantiene nelle prime posizioni.

Anche oggi ha deluso tutti con nuovi segnali di peggioramento dell’economia e soprattutto del feeling col territorio francese.

Gli investimenti industriali transalpini sono infatti precipitati a -1% da +6%!

Un disastro.

Il Governo Macron farebbe bene a interrogarsi rapidamente su quali errori sta scommettendo perché se quello registrato non è un fuggi fuggi dalla Francia, poco ci manca.

La BCE qualcosa ha pur fatto manca la politica

I nuovi segnali di peggioramento dell’economia tedesca e francese e non solo meriterebbero una approfondita dinamica di studio e successivi interventi da parte della Commissione UE.

Pur senza attivare creatività e soluzioni più risolutive Draghi ha lasciato alla Lagarde una BCE comunque attiva con un nuovo QE.

Visti i risultati è evidente che per imboccare la via giusta all’economia europea servirebbe anche una spinta a livello politico.

Investimenti pubblici, allargamento delle forbici di bilancio sarebbero mosse quanto mai opportune da subitoper:

– facilitare l’avvio di attività imprenditoriali con forme drastiche di incentivazione per chi crea posti di lavoro e contemporaneo taglio radicale degli oneri burocratici

– sostenere le fasce più deboli della popolazione in ogni ambito previdenziale, pensionistico

Queste sono soltanto due delle prime idee che possono venire in mente per contrastare una recessione che continua  afare capolino tra numeri economici come quelli odierni.