Nuovi problemi da risolvere per la BCE mentre i mercati attendono risposte su più fronti

BCE

Le Borse hanno aperto deboli, anche per via del maxi rally registrato ieri. Il panorama internazionale è ancora molto confuso e l’incontro fra i ministri degli esteri ucraino e russo in territorio turco potrebbe essere un segnale positivo. Il problema, però, restano gli eventi sul fronte di guerra.

Sullo sfondo continuano a correre i prezzi del petrolio dopo che ieri le quotazioni hanno ripreso fiato. Ma sul lungo periodo le conseguenze di quella che da più parti viene definita una tempesta perfetta, potrebbero essere molteplici.

Ad accendere i fari sull’argomento ci hanno pensato gli esperti di Credit Suisse che hanno individuato 6 temi principali sui quali sarà bene concentrarsi nei prossimi mesi.  Tra questi, oltre al rialzo di energetici e materie prime, ci sono anche gli impatti che potrebbe avere la guerra sul PIL russo, sulla fiducia e sulle catene di approvvigionamento. Inoltre il report sottolinea anche il rischio di ulteriori onde d’urto sul fronte geopolitico.

In questo quadro, andando oltre le analisi, va ad inserirsi la prossima riunione della Banca centrale europea. Infatti ci sono nuovi problemi da risolvere per la BCE che potrebbe trovarsi costretta a rivedere le previsioni di crescita. Non solo, anche a considerare eventuali strategie per provvedere alle conseguenze sul medio e lungo periodo di una guerra che potrebbe durare più del previsto.

Intanto i mercati restano alla finestra anche per capire quali saranno le mosse decise da Christine Lagarde&Co sulle politiche monetarie del Vecchio Continente. Una strategia che dovrà tener conto, ovviamente, non solo dell’inflazione già ampiamente registrata prima dello scoppio del conflitto, ma anche delle conseguenze di questo sull’economia europea per i prossimi mesi.

Nuovi problemi da risolvere per la BCE mentre i mercati attendono risposte su più fronti

Intanto Piazza Affari ha aperto in calo a -1% circa come anche il Dax, che dalle prime battute viaggia in negativo di circa lo 0,3%. La paura è favorita anche dalle contromisure che sembra sia intenzionata a prendere Mosca. Se l’Europa ha varato sanzioni piuttosto pesanti e gli USA, insieme a Londra, hanno deciso il boicottaggio del petrolio e del gas russi, Mosca potrebbe passare presto al contrattacco.

Oggi i fari saranno puntati tutti sulla BCE e sulle parole del suo governatore. Prima del conflitto si guardava a questa riunione come l’occasione più utile per avere dai vertici dell’Istituto, idee ed indicazioni per capire come si sarebbe mossa la politica monetaria europea.

Invece, adesso, sarà difficile che la Lagarde possa offrire soluzioni e piani. Soprattutto in considerazione di un evento bellico che potrà cambiare le carte in tavola e la cui soluzione sembra non essere vicina. Da Barclays qualche giorno fa, parlavano di una Banca centrale che non dovrebbe toccare i tassi prima di un anno. La prima mossa, stando alle loro analisi, non arriverebbe, dunque, prima del 2023. Oggi, invece, da UBS credono che il punto principale riguarderà un cambio sulla forward guidance.