Non solo tramite ISEE e Risparmiometro ma ecco come l’Agenzia delle Entrate controlla le anomalie nei conti correnti dei contribuenti

Agenzia delle Entrate

In questi anni l’Agenzia delle Entrate ha affinato sempre di più le tecniche di controllo per contrastare l’evasione fiscale. Ci sono diversi modi per controllare le entrate e uscite dei cittadini, a partire dai dati forniti per ottenere l’ISEE. Anno dopo anno, poi, il Fisco ha migliorato gli algoritmi che mettono in luce le anomalie. Si pensi a quelle che fanno rilevare le discrepanze con riferimento a coloro che hanno ricevuto Bonus e aiuti statali. Sicché, vediamo quali sono gli strumenti di cui l’Agenzia delle Entrate dispone per controllare i conti correnti dei contribuenti.

Partiamo dal primo tipo di controllo, che avviene attraverso l’ISEE. In particolare, con l’avvio della DSU precompilata, sono iniziati i controlli sui conti correnti in essa dichiarati. Nella specie, l’attenzione viene puntata su saldo e giacenza media di conti correnti, libretti postali e depositi. Dunque, lo scopo è quello di scoprire le eventuali omissioni e difformità relative al valore del patrimonio immobiliare del nucleo familiare.

Non solo tramite ISEE e Risparmiometro ma ecco come l’Agenzia delle Entrate controlla le anomalie nei conti correnti dei contribuenti

Secondo strumento di controllo è rappresentato dal Risparmiometro. Si tratta di un algoritmo con cui il Fisco verifica la coerenza tra i risparmi presenti sul conto corrente e i redditi dichiarati dal contribuente. Sicché, il controllo scatterà qualora risulti uno scostamento del 20%, tra entrate e uscite. Quindi, chi dichiara un certo reddito annuo ma sul conto contente possiede risparmi superiori e sproporzionati, è a rischio. Altrettanto sospetto è il solo accumulo di denaro sul conto corrente, senza effettuazione di prelievi. In tal caso, si presupporrà l’esistenza di entrate in nero. Di tutte le modalità di controllo dei conti correnti, il Risparmiometro è certamente tra quelle più efficaci, palesando le contraddizioni indicate.

Inoltre, per le transazioni bancarie, generalmente, l’interesse del Fisco si concentra sulle movimentazioni superiori ai 5.000 euro. Altrettanto attenzionate sono le entrate, potendo scattare controlli per versamenti aventi ad oggetto somme elevate. Rispetto ai prelievi in contanti, invece, non sussiste un particolare interesse da parte del Fisco. Ciò, salvo che per quelli di importo superiore a 5.000 euro, che potrebbero comportare un controllo antiriciclaggio. In tal caso, la Banca potrà pretendere una dichiarazione scritta del contribuente, contenente la motivazione per cui necessita della somma.

I tipi di controllo attivati dal Fisco

I controlli sui conti correnti, però, avvengono non solo tramite ISEE e Risparmiometro. Altro strumento potentissimo utilizzato dal Fisco è la Superanagrafe dei conti correnti, che è un database contenente dati incrociati. Essi sono quelli detenuti sia dall’Agenzia delle Entrate che dalla Guardia di Finanza. Le informazioni che contiene riguardano: saldo del conto corrente, movimenti di entrata e uscita e giacenza media. Con questo strumento sarà estremamente semplice confrontare gli scostamenti tra entrate e uscite sui conti correnti.

Infine, abbiamo i controlli effettuati sulla base dei profili di rischio. In genere, l’Agenzia delle Entrate può effettuare controlli sul conto corrente di qualunque persona fisica. Tuttavia, esistono soggetti maggiormente esposti, che sono coloro che presentano un profilo di rischio elevato. Nella specie, ad essere particolarmente monitorati sono i liberi professionisti e i titolari di Partita IVA, nonché i titolari di aziende.

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