Non solo per violazione della quota legittima nel testamento ma la donazione di un bene, compreso un immobile, si può recuperare anche in questi casi

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La successione ereditaria si apre al momento della scomparsa della persona nel luogo del suo ultimo domicilio. Come noto la successione può essere legittima, oppure testamentaria a seconda se esista un testamento. Nella successione legittima è la legge che indica gli eredi, i parenti più stretti del defunto, e le loro quote. Se, invece, è presente un testamento il testatore deve, in ogni  caso, rispettare le quote legittime degli eredi. Se non lo fa si apre la successione necessaria.

Gli eredi hanno, cioè, la possibilità di recuperare i beni del defunto loro spettanti. Questo possono farlo attraverso due azioni. L’azione di riduzione, articolo 533 codice civile e l’azione di collazione articolo 737 codice civile. Attraverso queste richieste al giudice gli eredi possono recuperare i beni che il defunto ha lasciato in eredità a terzi violando la loro quota. Allo stesso modo, gli eredi possono riappropriarsi anche di beni donati dal defunto allo scopo di sottrarli alla successione. Gli eredi possono, secondo la giurisprudenza, recuperare il bene donato a terzi, anche immobile, in natura.

Le regole del codice civile

Non solo per violazione della quota legittima nel testamento ma c’è anche un altro modo per recuperare il bene che abbiamo donato a terzi. L’articolo 801 codice civile pone il principio generale per cui non si può chiedere indietro la donazione di un bene. Questo principio ha, però, delle eccezioni. Infatti al giudice si può fare la domanda di revocazione della donazione per ingratitudine. Sostanzialmente si chiede al giudice la restituzione del bene donato quando il soggetto a cui abbiamo fatto il “regalo” si è poi dimostrato ingrato. Il codice civile elenca precisamente le cause che determinano l’ingratitudine di chi ha ricevuto il dono, non ne sono ammesse altre.

In particolare, avere volontariamente ucciso o tentato di uccidere il donante o un suo parente stretto. La denuncia di una di queste persone per un reato punito con l’ergastolo o con la reclusione non inferiore a 3 anni, la quale si sia rivelata falsa e calunniosa. L’ingiuria grave contro il donante. Sarà il giudice a stabilire se c’è stata un ingiuria grave. Un’altra causa di recupero del bene donato riguarda il caso per cui chi ha ricevuto il dono abbia arrecato grave pregiudizio al patrimonio del donante. Infine, l’aver rifiutato al donante gli alimenti a cui sarebbe tenuto per legge.

Non solo per violazione della quota legittima nel testamento ma la donazione di un bene, compreso un immobile, si può recuperare anche in questi casi

La Corte di Cassazione, con la sentenza 20722 del 2018 ha applicato proprio la revocazione della donazione per ingratitudine. Si trattava di due fratelli che avevano ricevuto da un’anziana signora un immobile in dono. C’era l’accordo per cui l’anziana signora sarebbe rimasta a vivere nell’immobile come comodataria. I fratelli una volta ricevuto in dono l’immobile chiedevano al giudice la revoca del comodato e lo sfratto della signora.

La Cassazione ha spiegato che questo è un classico esempio di comportamento ingiurioso verso il donatario che giustifica la restituzione della donazione. In questo caso di un intero immobile. I giudici spiegano che nella valutazione dell’ingiuriosità si prescinde del tutto dal valutare se il comportamento dei fratelli fosse legalmente legittimo. I giudici hanno solo verificato se il comportamento dei fratelli sia stato effettivamente oltraggioso verso la donna. E hanno ritenuto la richiesta di sfratto violativa del sentimento di gratitudine verso la donna, restituendole l’immobile.