Non investire in questi titoli di Stato. Si potrebbero avere delle spiacevoli sorprese

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Alle volte può non essere conveniente investire in titoli di Stato, o almeno in alcuni di essi. Non è una questione di rischio. Tutte le obbligazioni emesse dallo Stato italiano, hanno lo stesso rating (grado di rischio). E’ per una ragione più spicciola e pratica, molto, molto importante per il risparmiatore. Quindi, vediamo perché è meglio non investire in questi titoli di Stato. Si potrebbero avere delle spiacevoli sorprese.

Le obbligazioni posso avere rendimento negativo

Lo stato emette regolarmente titoli di Stato. Obbligazioni con cui finanzia il suo debito e le sue spese. I titoli di Stato sono di varie tipologie. Ci sono i Buoni Ordinari del Tesoro (BOT); i Certificati di Credito del Tesoro (CCT); i BTP, Buoni del Tesoro Poliennali. Oggi parleremo di questi ultimi e del perché è conveniente evitare gli acquisti di alcuni di essi.

Facciamo una piccolissima premessa. Perché si acquista un titolo di Stato? Con che obiettivo si mette in portafoglio un BTP? La domanda non è capziosa. Il punto importante è che ogni investimento deve rispondere ad un obiettivo. Ogni strumento di risparmio deve rappresentare una soluzione di investimento rispetto una esigenza di impiego di capitali. Se l’obiettivo è fare fruttare i risparmi in uno strumento a bassissimo grado di rischio, il BTP è una ottima soluzione.

Ma non tutti i BTP offrono la risposta alle due esigenze, ovvero basso rischio e rendimento positivo. Vediamo perché.

Non investire in questi titoli di Stato. Si potrebbero avere delle spiacevoli sorprese

Tutti i BTP, abbiamo letto sopra, sono a basso rischio, ma alcuni offrono un rendimento negativo. Si esatto, ci sono BTP che a scadenza hanno un rendimento negativo. E in questo momento lo sono tutti quelli che scadono nei prossimi 3 anni, fino a marzo 2023.

Cerchiamo di capire meglio con un esempio. Supponiamo di volere investire nel BTP scadenza marzo 2022 (Isin: IT0004759673), attirati dalla cedola del 5%. Investendo 10mila euro nominali, si incassano 500 euro l’anno lordi. Ed è veramente così. Solo che all’atto dell’acquisto, il BTP non si paga 10mila euro, ma 10.810 euro circa (ai valori dell’11 agosto). Infatti il titolo quota 108,1 euro circa. A scadenza vengono restituiti 100 centesimi a BTP (in questo caso 10mila euro). Perciò, a questi prezzi, il BTP a scadenza conterà una perdita di 810 euro, sui 10mila incassati.

A questi vanno aggiunti, i 1.000 euro della cedola, che sono lordi. Sui mille euro, c’è una tassazione (agevolata per i titoli di Stato) del 12,5%, che porta l’incasso netto a 875 euro. Poi occorre considerare il rateo, ovvero gli interessi maturati fino al momento dell’acquisto, che incidono negativamente sul rendimento. Facendo tutti i calcoli, a scadenza, il rendimento annuo sarà negativo, dello 0,1% circa.

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