Il latte probabilmente è la bevanda alla base di quasi tutte le colazioni italiane. In più può essere utilizzato come ingrediente base per la preparazione di tantissime ricette. Ma cosa c’è nel latte italiano? Non farti ingannare, scopri qual è il latte giusto da bere. Spesso negli allevamenti intensivi si fa uso di farmaci e antibiotici. Si tratta di sostanze che finiscono sulle nostre tavole senza che ce ne possa neanche accorgere. Quale latte possiamo bere? All’interno di questo articolo risponderemo a questa domanda e vi forniremo la lista delle marche di latte italiani che non hanno farmaci e antibiotici al loro interno.
Non farti ingannare, scopri qual è il latte giusto da bere
Gli antibiotici nel latte, in base a diversi studi condotti su diversi campioni di latte Italiano più o meno tutti contenevano farmaci di vario genere in particolare antibiotici, antinfiammatori e cortisonici. Quelli trovati più spesso sono il dexamethasone (cortisonico), il neloxicam (antinfiammatorio) e l’amoxicillina(antibiotico), in concentrazioni tra 0,022 mcg/kg e 1,80 mcg/kg.
I latti italiani senza antibiotici
In alcuni latti Italiani sono sono state rilevate tracce di residui di dexamethasone (cortisonico), neloxicam (antinfiammatorio) e amoxicillina (antibiotico), si deve precisare che i quantitativi sono tutti al di sotto dei limiti massimi previsti dal regolamento europeo 37 del 2010. E che quindi tutti i latti italiani sono da ritenersi non nocivi per la nostra salute. Analisi condotta dall’azienda “Il salvagente”, leader nel settore dei testi di laboratorio contro le truffe ai danni de consumatori in Italia.
Queste analisi andrebbero condotte di frequente perché, i primi consumatori, sono proprio i bambini e l’assunzione diretta di farmaci e antibiotici potrebbe causare spiacevoli conseguenze per la loro salute.
I rischi
I rischi di assumere latte con dentro antibiotici e altre sostanze anche così minime, sono relativi a due questioni importanti. La resistenza agli antibiotici e l’eventuale modifica della flora intestinale, specialmente nei bambini, che, come già detto, sono dei grandi consumatori di latte. Per quel che riguarda il primo punto, si tratta di un un problema di portata mondiale che rischia di decimare la popolazione nei prossimi anni, e riguarda la resistenza agli antibiotici. L’assunzione continua a costante di piccole quantità di antibiotico con gli alimenti causa una pressione selettiva sulla normale flora batterica intestinale. A vantaggio dei batteri resistenti agli antibiotici che aumentano di quantità, questa informazione genetica viene trasferita ad altri batteri anche patogeni.
Per quanto riguarda il rischio per il macrobiota intestinale non si può escludere un rischio che l’esposizione anche di piccolissime quantità possa causare ripercussioni sul microbiota intestinale. Cioè su quell’insieme vario di microorganismi che vivono all’interno del nostro intestino, sulla cute e nella cavità orale. Che esercitano effetti benefici sotto l’aspetto digestivo, immunitario e protettivo. Va infine detto che queste analisi svolte sul latte, non vogliono creare allarmismi, ma incentivare i produttori ad aumentare la sicurezza alimentare.