Non è il momento di investire sul titolo Restart. Nel 2019, infatti, il titolo ha guadagnato il 270%, ma negli ultimi cinque anni ha perso circa il 30%.
Ci sono, poi, altri aspetti che inducono alla prudenza. Il titolo azionario che non è coperto da analisti che possono fare stime sul prezzo obiettivo medio, non ha pubblicato tutti i dati necessari per valutare il suo fair value, il metodo di valutazione basato sui multipli di mercato non può essere applicato in quanto la società è in perdita (clicca qui per il bilancio di Restart). Una delle poche certezze che abbiamo è che negli ultimi cinque anni la società ha visto decrescere gli utili del 21,84% all’anno. Tutti numeri che inducono a confermare che non è il momento di investire sul titolo Restart.
Un altro motivo per essere prudenti quando si parla di Restart è la sua bassa capitalizzazione. Il capitale sociale di Restart, infatti, è di soli 26 milioni di euro. Ciò vuol dire che, vista l’esiguità degli scambi, bisogna essere molto prudenti nel pianificare un investimento su questo titolo. Gli scambi, infatti, sono così rarefatti che piccoli capitali potrebbero provocare forti escursioni di prezzo con conseguente aumento della volatilità.
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Analisi grafica e previsionale sul titolo Restart
Restart (MIL:RST) ha chiuso la seduta del 24 marzo a quota 0,€ in rialzo del 10,19% rispetto alla chiusura della seduta precedente.
La tendenza in corso sul time frame settimanale è ribassista e ha già raggiunto e superato il suo II° obiettivo di prezzo in area 0,48591€. Le quotazioni, quindi, sono dirette verso il III° obiettivo di prezzo in area 0,30809€. Un indizio in questo senso si avrebbe con chiusure settimanali0,3756€ inferiori a
Una ripresa delle quotazioni si avrebbe con chiusure settimanali superiori a quota 0,48591€. In questo caso si potrebbe assistere a rialzi fino in area 0,661€.

Restart: proiezione ribassista in corso sul time frame settimanale. La linea blu rappresenta i livelli di Running Bisector; la linea rossa i livelli de La Nuova Legge della Vibrazione.