Non c’è più carburante nelle tasche dei benzinai

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Poche auto circolano lungo le arterie italiane e di conseguenza non c’è più carburante nelle tasche dei benzinai. Gli affari dei gestori dei distributori sono in rosso. L’imposizione del lockdown sta mandando al collasso i benzinai. Da quando imperversa il coronavirus la domanda petrolifera ha subito un ridimensionamento di un terzo. Ad acuire la crisi anche la guerra dei prezzi. I carburanti da oltre un mese sono in ribasso di prezzo al litro.  La limitazione degli spostamenti e il conseguente crollo delle vendite stanno mettendo in ginocchio coloro che gestiscono gli impianti di carburante.

Cosa si era fatto ma non è servito

I fornitori petroliferi per venire incontro ai gestori avevano firmato un accordo per alleviare il peso economico. Purtroppo per i gestori delle aree carburanti i costi fissi sono rimasti identici. Pesano come un macigno le spese per il personale, le utenze e servizi. Gli introiti sono diminuiti in modo spaventoso. Si stima che i ricavi siano inferiori del 90% rispetto all’anno precedente. Continuando su questa strada se non c’è più carburante nelle tasche dei benzinai si va verso il fallimento.

I conti in tasca ai benzinai

Si valuta che allo stato i benzinai riescono a realizzare un ricavo lordo di 10 euro al giorno dalla vendita del carburante. Con questo quadro il sistema salta e prima di interrompere  il servizio pubblico vanno dati giusti aiuti e sostegni alla filiera.

Quanto costa fare un pieno di benzina o diesel

Fare un pieno di carburante costa poco ai tempi del coronavirus. Si fa un calcolo che siamo vicini ad un risparmio di 7 euro sia per benzina che per diesel rispetto a fine 2019.

Quanti distributori di carburante sono aperti

Attualmente sono aperti l’80% dei distributori di carburante in Italia. Le scorte medie sono intorno ai 4mila litri per prodotto. Ma non bastano per dare continuità al servizio. Se vengono meno non c’è il tempo per fare la fornitura e si resta chiusi per qualche giorno e si assiste ad aperture a singhiozzo. Da un mese si è erogato carburante in meno per circa 2 miliardi di litri. Se vogliamo quantificarlo in soldi parliamo di circa 3 miliardi compreso tasse e imposte che vanno allo Stato. Ogni gestore perde circa 300 al mese.

In termini di erogati, dalla seconda settimana di marzo al 6 aprile, le perdite si sono attestate a circa 1,95 miliardi di litri di carburante. Dal punto di vista del fatturato complessivo, comprese tasse e imposte destinate allo Stato, si parla di 2,9 miliardi di euro. Sono invece circa 60 milioni di euro le perdite di reddito lordo per i gestori: meno di 300 euro di ricavo lordo al mese per punto vendita. Una cosa è certa: non c’è più carburante nelle tasche dei benzinai.