Lo schema Ponzi è un modello di truffa inventato da Charles Ponzi agli inizi del Novecento e consisteva in un’attività di brokeraggio che prometteva forti (e finti) guadagni agli investitori. Questi venivano ripagati dai capitali versati da altri investitori dando vita a uno schema piramidale, nel quale, alla base stavano tutti i truffati e al vertice l’ideatore della truffa. Questo modello, per esempio, è stato utilizzato da Bernard Madoff, il più grande truffatore di tutti tempi. Quasi geniale, verrebbe da dire se non si trattasse di un disonesto, nel suo modo di architettare uno dei più grandi imbrogli finanziari della storia.
Questi sono soltanto due esempi di quello che, purtroppo, ha rovinato migliaia di persone, cadute vittima di operazioni che promettevano soldi facili. Il Mondo dei truffatori, però, è in continuo movimento e le nuove tecnologie non ne sono esenti, anzi. I fenomeni di phishing e smishing, sono purtroppo saliti alla ribalta costantemente in questi anni. Venendo sempre più affinati. Colpiscono le nostre mail e i nostri cellulari e, se non stiamo attenti, rischiano di procurarci guai grossi, seppur non sempre irrimediabili. Cosa significano queste due parole inglesi? Phishing è un raffinato modo per cercare di carpire i dati anagrafici e delle carte di credito. Quelli posseduti dalle persone che, ingenuamente, aprono delle mail provenienti da quello che sembra il loro istituto di credito.
Non bastavano le mail, ora bisogna stare attenti anche agli sms, ecco come difendersi dalle truffe online senza perdere un euro
Queste sono talmente costruite bene, a livello grafico, che sembrano proprio provenire dalla nostra banca. Spesso ci richiedono il cambiamento della password o la verifica di alcune operazioni o ci informano di presunte multe. Cliccando su un link apposito, si apre una pagina internet nella quale mettere i nostri dati. Quello è il momento principale della truffa, perché in quel preciso istante, questi diventano disponibili per i truffatori.
Stessa cosa avviene per il nuovo sistema di smishing che altro non è che un sms inviato sul numero della sfortunata vittima per carpire lo stesso tipo di informazioni. Addirittura, si sta diffondendo la tecnica di promettere facili premi in denaro, ottenibili facendo determinate operazioni. Si apre la schermata dove mettere i dati e, se si cade nel tranello, il gioco è fatto. Spesso, soprattutto i meno avvezzi alla tecnologia, si ritrovano invischiati in queste poco piacevoli situazioni. Come risolverle?
Ecco cosa fare
Innanzitutto, bisognerebbe prevenire, cestinando subito i messaggi ricevuti. Per curare, invece, bisogna subito rivolgersi alla Polizia postale e bloccare le proprie carte in banca. Per fortuna, la legge tutela le ingenue vittime di questo tipo di truffe. Se, infatti, risultano disposti bonifici o pagamenti online effettuati a loro insaputa, si può sporgere subito reclamo scritto presso la propria banca di riferimento. Allegando la denuncia ricevuta dalla Polizia postale, che, ovviamente, dovrà essere la prima a cui rivolgersi.
Se la banca dovesse rispondere in maniera negativa, come talvolta accade, ci si potrà rivolgere all’arbitro bancario e finanziario, facendo ricorso. Questo perché la legge determina sempre la responsabilità dell’istituto di credito per malfunzionamenti e problemi di sicurezza legati ai propri sistemi. Starà poi alla banca, eventualmente, dimostrare la colpa o il dolo del cliente, per non rispondere al pagamento della somma sottratta. Non bastavano le mail, ora bisogna stare attenti ai messaggi sul cellulare, per evitare spiacevoli truffe e carte bollate per riottenere i propri soldi indietro.