Niente più pensione di reversibilità all’ex moglie in questi casi: la Corte di Cassazione ha così deciso

INPS

I Consulenti di Diritto di ProiezionidiBorsa si occupano spesso di pensione di reversibilità, spiegando cos’è, come funziona e come si ottiene.

Sulle pagine del portale i Lettori, infatti, possono trovare una guida completa su questo trattamento pensionistico erogato dall’INPS.

Dai presupposti per la sua liquidazione ai beneficiari e agli aspetti peculiari anche dal punto di vista giurisprudenziale.

Qui ad esempio, gli Esperti hanno spiegato quando la pensione di reversibilità spetta ai figli e a quanto ammonta.

Quest’oggi, invece, vogliamo soffermarci sulla recente sentenza della Corte di Cassazione, Sezione Lavoro, n. 20477 del 28 settembre 2020.

Niente più pensione di reversibilità all’ex moglie in questi casi: la Corte di Cassazione ha così deciso.

Niente più pensione di reversibilità all’ex moglie in questi casi: la Corte di Cassazione ha così deciso

Quando muore un pensionato, i familiari superstiti hanno diritto ad un trattamento pensionistico erogato dall’INPS che si chiama pensione di reversibilità.

Quando, invece, muore un lavoratore non ancora titolare di pensione, ma comunque in possesso dei requisiti di legge per il diritto alla pensione di vecchiaia o di invalidità, i familiari hanno diritto alla pensione indiretta.

Pensione di reversibilità o pensione indiretta che spettano anche al coniuge separato. Nonché al coniuge divorziato.

Quando spetta al coniuge divorziato

La Legge sul divorzio n. 898/70 prevede che la pensione di reversibilità spetta anche al coniuge divorziato.

Il coniuge divorziato ha, dunque, diritto ad una quota della pensione. Ma solo se ricorrono le circostanze di cui sotto:

a) il coniuge divorziato non deve aver contratto nuove nozze;

b) e deve percepire l’assegno di divorzio dal coniuge defunto.

È su quest’ultimo punto che interviene la Suprema Corte di Cassazione. Mai più pensione di reversibilità al coniuge divorziato in questi casi: la Corte di Cassazione così ha deciso.

Vediamo allora di quali casi si tratta.

Poiché l’assegno di divorzio assolve ad una finalità in prevalenza assistenziale, viene assegnato se l’ex coniuge debole manca di sufficienti risorse economiche.

Qualora l’assegno di divorzio sia solo simbolico, o comunque determinato in misura minima, la Corte ha deciso niente più pensione di reversibilità all’ex moglie.

In questi casi, l’assegno non è idoneo alla finalità per la quale è stato disposto. Ossia quella di far godere, dopo il divorzio, all’ex coniuge economicamente più debole, lo stesso tenore di vita goduto in costanza di matrimonio.

E per questo motivo,  la Cassazione ha deciso niente più pensione di reversibilità all’ex moglie in questi casi.