Neuroeconomia, le decisioni individuali nelle mani delle neuroscienze

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Un aspetto ineludibile quando si lavora in campo economico, riguarda la scelta e le decisioni individuali. Le neuroscienze si occupano da anni dello studio dei correlati neurobiologici alla base di questi processi cognitivi che implicano molteplici meccanismi. In maniera piuttosto intuitiva, riusciamo tutti a cogliere la complessità dei meccanismi decisionali.

Basti pensare a tutte le volte in cui nel corso della nostra esistenza siamo stati attanagliati dal dubbio e dell’incertezza. Ad essere implicato nei processi decisionali non è soltanto il cervello e le sue connessioni neuronali, ma l’organismo nella sua totalità. La neuroeconomia è un ramo di studio delle scienze cognitive che si occupa di indagare i meccanismi cerebrali che sono implicati nei processi decisionali sottesi alle soluzioni di compiti economici.

Neuroeconomia: decisione e ricompensa, come sono connessi tra loro?

Ogni volta che un individuo prende una decisione, si aspetta che questa sia la migliore possibile per sè. Quando si sceglie, ad esempio, la pietanza al banco della tavola calda, si punta a quella che darà la più alta ricompensa in termini di gusto, sapore e sazietà. Oppure, se si è a dieta, si sceglierà quella che avrà il minore impatto calorico sul proprio organismo.

Anche in quel caso, la scelta avrà soddisfatto le attese e le aspettative riposte nel piatto scelto. Ad ogni decisione sono legati dei parametri che si intende soddisfare. È per tale motivo che il rapporto tra decisione e ricompensa è molto stretto.

Proviamo a trasferire questo meccanismo nel campo del trading. I traders sono costantemente chiamati a prendere delle decisioni sulla scorta di previsioni più o meno attendibili. Il loro comportamento decisionale può essere influenzato dal rapporto che essi hanno con l’attesa e la ricompensa. Ci sono, ad esempio, traders che puntano ad investimenti che offrono una ricompensa immediata. Altri, invece, riescono a spostare il momento della ricompensa con l’aspettativa che quest’ultima sia di valore superiore. È un caso? Forse non del tutto.

Il ruolo della corteccia prefrontale nella neuroeconomia: le decisioni individuali nelle mani delle neuroscienze

Le decisioni individuali sono oggetto di grande interesse per le neuroscienze che indagano nuove forme di conoscenza sul comportamento umano connesso ai processi decisionali. Se volessimo trovare una collocazione cerebrale alle nostre decisioni, questa sarebbe senz’altro la corteccia prefrontale.

In quest’area del cervello si svolgono importanti funzioni neurofisiologiche che contribuiscono alla messa in opera del meccanismo. Quando si studiano i modelli neurali alla base delle decisioni, gli studiosi si pongono essenzialmente due domande: come vengono appresi e selezionati i valori soggettivi delle differenti opzioni in esame? In che modo un’azione viene scelta tra le opzioni in esame ed implementata nel circuito? Secondo uno studio condotto da J.W. Kable e P.W. Glimcher, è possibile dividere la realizzazione di una decisione in due momenti: la valutazione e la scelta. In queste fasi, i decisori sintetizzano le molteplici dimensioni di un’opzione in una singola misura.

Questo processo segue il valore soggettivo idiosincratico di ogni opzione. Successivamente, i decisori si orientano verso l’opzione più preziosa. I confronti tra le differenti possibili scelte si basano su una misura astratta di valore soggettivo che crea una sorta di valuta “comune” per la scelta. Nelle differenti fasi del processo sono implicate aree cerebrali e meccanismi neurali distinti. Le decisioni individuali nelle mani delle neuroscienze e questi dati si rivelano estremamente utili per conoscere il comportamento economico degli individui nel proprio contesto.

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