Nessuno ricorda perché è importate il 18 aprile

torino

C’era aria di rivolta e Torino era tappezzata di manifesti e volantini, era il lontano 1945.

Lavoratori, operai, partigiani, fabbriche, negozi, scuole, perfino i tram si fermarono, malgrado le minacce. È lo sciopero generale, cercato dal Comitato di Liberazione Nazionale, il primo gradino verso la liberazione fascista.

A seguito delle torture e delle moine dei tedeschi, i torinesi dicono basta, immobilizzando l’intera città in tutto e per tutto. Cortei e balconi sommersi dalla povera gente, che a braccia conserte diceva stop al terrore ed alla fame.

Nessuno ricorda perché è importate il 18 aprile, ma in realtà fu una data importante, tanto che al capoluogo piemontese venne assegnata la medaglia al valore militare.

Nessuno ricorda perché è importate il 18 aprile: nel 1948 la Repubblica si fa strada in Italia

Il 92% del popolo italiano, sia uomini che donne, a soli 3 mesi dalla Costituzione votarono per eleggere il primo Parlamento. Era il 18 Aprile 1948.

Si disputavano la rappresentanza del Paese da un lato Democrazia Cristiana e dall’altro Partito comunista e socialista. Fu una lotta elettorale di manifesti e slogan, toni accesissimi, accuse reciproche e demonizzazioni per la contrapposizione di idee.

La Dc ottenne una vittoria schiacciante con maggioranza assoluta dei voti, la sinistra era palesemente sconfitta. Nasceva cosi il governo De Gasperi.

La Giornata internazionale dei monumenti e dei siti

La Giornata è stata istituita dall’Unesco e Icomos nel 1983 ed ogni anno viene scelto un tema da celebrare e divulgare.

A causa del Covid 19 dal 2020 ogni tipo di manifestazione e condivisione del patrimonio deve essere sostenuta da remoto e dal web, per ovvi motivi.

Quindi paesaggi, opere d’arte, testimonianze delle antiche civiltà, monumenti divengono protagonisti dell’attenzione mondiale. Per sensibilizzare ogni singolo individuo, vengono così promosse discussioni, seminari, attività, organizzate da comitati tecnici, istituzioni accademiche e culturali, associazioni.

Un dialogo collettivo che dovrebbe esistere 365 giorni all’anno per ricordare che dal passato s’impara e si costruisce il futuro.

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