Nelle Filippine, il Presidente Duterte, ordina: “sparate a vista”

Filippine

Nelle Filippine, il Presidente Duterte, ordina: “sparate a vista”! Cosa succede?

 In periodi di crisi si assiste alle reazioni piu’ incredibili e diversificate. C’e’ chi butta i cadaveri in strada nei sacchi di immondizia (Guatemala e Equador), fosse comuni al centro di New York, c’e’ chi vuole mettere il “pizzo” sui prestiti europei per la lotta al Covid. Sembra quasi che il coronavirus abbia scatenato una follia collettiva o semplicemente rafforzato ragioni oscure preesistenti. Nelle Filippine, la tensione dovuta alle difficolta’ di contenere il virus, libera le inibizioni di Duterte che non esita ad ordinare alla polizia di sparare a vista a chiunque violi la quarantena. Un imperativo categorico che si sarebbe trasformato in una carneficina se il Capo Della Polizia non avesse proibito ai suoi uomini di eseguire l’ordine.

Un contrordine, il suo, dovuto certamente alla irragionevolezza della misura ma anche alla poca opportunita’ della stessa. Infatti, in questo particolare momento di crisi, ciascuno stato risulta essere attenzionato dagli altri, a livello mondiale. Quindi, il capo della polizia, ha deciso che non sparera’ sulla popolazione, considerando che quasi tutti i cittadini stanno rispettando la quarantena nonostante le condizioni di grossa poverta’.

La decisione

La decisione relativa allo sparare, sembra sia nata in seguito ad una rivolta di alcuni filippini. In occasione di essa, sono stati arrestati 21 manifestanti che rivendicavano aiuti dal Governo, chiedendo cibo. Cosi’ egli ha sbottato come segue: “aspetterete gli aiuti che arriveranno ma intanto si spara a vista”. Ma la frase e’ solo la logica conseguenza di uno stato di cose pregresso, che si protrae da diversi anni.

Il leader, noto per la sua spietatezza, e’ salito al potere nel 2016, dopo aver gia’ dato prova, come sindaco, di credere in un regime autoritario, dove di democrazia non vi e’ neppure l’ombra. A fronte di cio’, non si comprende come in un paese in cui la poverta’ della popolazione raggiunge livelli elevatissimi, la scelta del leader possa cadere su siffatti macellai. Infatti, al dramma del coronavirus e della poverta’ detti popoli devono sopportare anche la violenza cieca e sordida proveniente dal Presidente eletto. Sfortunatamente, pero’, l’ordine di sparare alla popolazione e’ soltanto una delle tante decisioni reazionarie adottate da Rodrigo Dueterte dall’inizio della sua elezione.

Nelle Filippine, il Presidente Duterte, ordina: “sparate a vista”. Regime di terrore delle Filippine dal 2016 ad oggi

Eletto dopo due decenni di esperienza da sindaco, aveva gia’ disseminato morte nella sua guerra alla droga, eliminando gangster e spacciatori con esecuzioni sommarie. Ha anche minacciato di fare come Hitler, rivolgendo l’invito nazista invece che agli ebrei, ai tre milioni di tossicodipendenti delle Filippine. Aveva, infatti, espresso la volonta’ di massacrare, come avevano fatto fatto i nazisti, tutti i “suoi” tossicodipendenti. Quindi, oltre gli spacciatori anche i fruitori del servizio.

Di seguito, ha prima minacciato, poi fatto eseguire sentenze di morte contro chiunque si opponesse alla sue spietate scorrerie. A perdere la vita, dopo diversi avvertimenti, sono stati i presentatori radiofonici Rudy Alicaway e Chistopher Lozada e il giornalista Leodoro Diaz. Esecuzioni vere e proprie volte a soffocare la liberta’ di pensiero di quanti hanno messo in discussione il suo regime in quanto contrario ai diritti umani.

Quindi, una lotta alla droga quella di Duerte, realizzata con la mano armata delle forze dell’ordine, attraverso uccisioni illegali, esecuzioni sommarie, agguati, persecuzioni, torture. In realta’, le intenzioni erano chiare sin da subito in quanto il primo atto da parte di Duerte e’ stato quello di reintrodurre la pena di morte, progetto sottoposto al vaglio del Parlamento nel 2016 ma non approvato.

La legge marziale

Tuttavia, nonostante cio’ egli ha aggirato l’ostacolo, istituendo la legge marziale per la lotta contro la droga. Essa e’ stata condotta come una guerra, senza esclusione di colpi e senza equi processi ma soltanto mediante uccisioni barbare, anche basate su semplici indizi. La follia di Duerte ha mietuto vittime anche al di fuori del panorama dei narcotraffici, in quanto ha fatto eseguire punizioni di morte contro i maggiori sostenitori dei diritti umani. Egli e’ arrivato a condannare all’ergastolo, addirittuta, la senatrice, ex Ministro della Giustizia che aveva avviato una battaglia contro siffatta modalita’ di guerra alla droga.

Nonostante, le numerose proteste e vittime innocenti, il president Duertes non si e’ fermato, anzi lo stesso ordino’ di sparare anche tutti i difensori dei diritti umani che ostacolassero i suoi ordini. Insomma, ricostruita brevemente la figura del dittatore dal 2016 ad oggi, non meraviglia che egli intenda combattere il Coronavirus facendo un macello sulla popolazione.