La pandemia da Covid 19 e la crisi economica che ne è conseguita hanno modificato molte abitudini comunissime. In modo particolare, la crisi ha esposto tutta una serie di problematiche che hanno portato a pesanti flessioni nel mercato del lavoro. Ci eravamo già occupati di questo tema.
Il recente studio Censis-Confcooperative ha infatti messo in luce come nelle aziende italiane manchino 233.000 profili professionali, per una perdita nel PIL pari a circa 21 miliardi. I problemi non si limitano solo a questo: anche il settore dei trasporti sarà particolarmente colpito. Incredibile a dirsi ma è così: nei prossimi mesi questo lavoro è destinato a diventare ricercatissimo e ben pagato.
Si stima un ammanco di 20.000 lavoratori
Ci sono sempre meno autisti. I conducenti dei TIR non sono gli unici latitanti, anche se le stime parlano di 17.000 camionisti che mancano all’appello. Le associazioni di categoria nel settore logistica hanno calcolato un ammanco di circa 20.000 addetti nel trasporto merci. La cifra è in aumento in tutta Europa e sta iniziando a colpire anche il settore del trasporto pubblico.
L’associazione ANAV ha calcolato che, nell’immediato, servirebbero almeno 5.000 autisti per rispondere alle esigenze del mercato. L’area in cui c’è particolare carenza di queste figure professionali è il Centro-Nord Italia.
Il presidente dell’associazione ha spiegato, infatti, che non si tratta di un lavoro che può fare chiunque: i conducenti devono essere professionisti nel trasporto su strada sia di merci che di passeggeri. ANAV spiega che le misure di contenimento imposte durante la pandemia sono state particolarmente impattanti. Il contributo pubblico stimato e necessario per il settore dovrà essere di circa 400.000 euro per coprire circa 15.000 nuove assunzioni.
Nei prossimi mesi questo lavoro è destinato a diventare ricercatissimo e ben pagato
I ministri Enrico Giovannini e Andrea Orlando sono stati contattati e coinvolti per i rispettivi dicasteri, ovvero quelli delle Infrastrutture e Mobilità sostenibile e del lavoro. L’intervento è particolarmente necessario perché si tratta di un mercato dalla grande importanza economica, sociale e occupazionale. Una vera risorsa che l’Italia non può permettersi di sprecare. Un altro fattore che contribuisce a una progressiva mancanza di autisti e l’invecchiamento del personale e la mancanza di ricambio generazionale.
Una tendenza negativa amplificata dalla crisi economica che ha registrato segnali di ripresa solo nel medio periodo, con livelli di domanda tornati al periodo pre-Covid. Il fermo ha toccato infatti non solo gli autotrasporti, ma anche le autolinee commerciali e altri settori simili come quello dei tassisti.
Il risultato è stato un progressivo diminuire degli autisti disponibili. Di conseguenza, dati i molti posti vacanti, è estremamente probabile che nei prossimi mesi le aziende saranno disposte a investire in questo campo procedendo a nuove assunzioni. Un ottimo momento, dunque, per mandare in giro il proprio curriculum.