La mostarda mantovana con frutti interi è una gioia per gli occhi nei mesi invernali. Una montagna di mandarini, kiwi, arance, ciliegie, albicocche, pesche e pere, viene portata in trionfo in tavola insieme alla selezione di carni bollite, formaggi stagionati o salumi. E ovviamente accompagnata dalla salsa verde. Ogni volta che la acquistiamo, scatta la caccia al frutto preferito.
Ma nei vasetti delle marche principali, ce ne sono solo uno o due per tipo. Dunque chi preferisce gli agrumi non riesce mai a gustare un frutto intero, bisogna sempre dividere con altri commensali. Di ricette della mostarda mantovana ce ne sono molte, ma la nostra redazione Lifestyle di ProiezionidiBorsa ha scovato la più semplice e la più gustosa. C’è un solo problema. La mostarda mantovana va preparata adesso. In luglio e agosto. Perché poi deve riposare tre mesi al buio. Sarà pronta per la prima della Scala o per Natale.
La selezione di frutti
Mostarda coi frutti interi, come farla da soli in luglio e agosto. Per accontentare tutti gli orientamenti, si preparano più vasi. Uno di frutta mista, uno solo di mandarini e uno solo di frutti delicati come pere, albicocche. La frutta per la mostarda deve essere matura ma non acquosa. Dunque invece delle pesche, si sceglieranno le percoche. E tra le albicocche e le ciliegie le varietà più compatte. I kiwi devono essere maturi ma sodi. Le pere piccole, bianche e sode. Un discorso a parte va fatto sugli agrumi.
C’è chi preferisce utilizzare spicchi di arancio (quelli estivi sono africani e sudamericani). Altri preferiscono piccoli mandarini. I più temerari fanno la mostarda solo con i mandarini giapponesi.
Mostarda con frutti interi, come farla da soli in luglio e agosto
Mettere a macerare per tre giorni in una pentola d’acciaio, i chili di frutta che si desiderano. Aggiungendo il doppio dello zucchero, ma non usarlo tutto. L’ultima spolverata serve per ricoprire bene sopra, la frutta non deve spuntare. Proteggere con un coperchio. Dopo tre giorni, si mette la pentola così com’è sul fuoco, si aspetta che vada a bollore e dopo cinque minuti si spegne. Si ripete l’operazione di bollitura di 5 minuti il giorno dopo e quello appresso, aggiungendo qualche chiodo di garofano se piace.
Quando tutto è freddo, si sistemano delicatamente i frutti nei vasi, scartando quelli imperfetti. E si cola sopra, piano piano, lo sciroppo. Che non è trasparente come quello industriale, ma leggermente dorato. A questo punto si aggiungono alcune gocce di olio di senape, che si acquista in farmacia. Poi si chiudono bene i vasi e si tengono al buio per tre mesi.