Morti post vaccinazione: problematiche e prospettive

vaccino

Le ultime notizie in merito al vaccino AstraZeneca restituiscono una situazione per certi versi preoccupante, ma secondo alcuni esperti prevedibile.

Diversi Paesi hanno sospeso la somministrazione del vaccino, a fronte di alcuni eventi avversi, costituiti da morti di soggetti cui era stato somministrato il vaccino AstraZeneca poco prima.

In Italia si è anche proceduto all’iscrizione di taluni soggetti nel registro degli indagati, con l’incriminazione di omicidio colposo. Analizziamo le problematiche e le prospettive sull’argomento delle morti post vaccinazione così attuale.

Morti post vaccinazione: problematiche e prospettive

Quali prospettive si aprono, quindi, con tale situazione?

Per aiutarci nelle considerazioni da svolgere, seguiremo la seguente scaletta:

  • Esistono fattori eziologici nel rapporto tra morti e vaccini?
  • Perché, ammesso che un rischio in tal senso esistesse, non sarebbe stato facile prevederlo in sede di test preventivi?
  • Quale analogia tra dinamica del vaccino e del Covid?
  • Conseguenze su eventuali obblighi, in ottica de jure condendo.

Esistono fattori eziologici nel rapporto tra morti e vaccini?

L’esistenza di un rapporto cosiddetto eziologico, cioè di causa-effetto tra vaccino e morti ancora non è stato accertato in via definitiva.

Tuttavia diversi elementi fanno ritenere che vi sia quanto meno una certa probabilità della sua sussistenza.

Il possibile rapporto causale riconduce innanzi tutto alla circostanza del nesso temporale tra somministrazione ed evento avverso. Visto che le morti si sono verificate a breve distanza di tempo dalla vaccinazione.

Ci si domanda, quindi, se il vaccino possa avere avuto un qualche nesso causale con le morti intervenute a poca distanza di tempo. Ma occorre dire che un nesso causale, anche se esistente, difficilmente sarebbe stato accertabile in sede di test preventivi.

Perché, ammesso che un rischio in tal senso esistesse, non sarebbe stato facile prevederlo in sede di test preventivi?

Prima dell’approvazione all’utilizzo dei vaccini, viene compiuta una serie di test.

Ma forse non tutti sanno che, normalmente, si richiede una serie di test su un cosiddetto campione statistico. Un campione molto più esteso di quello usato in questa emergenza. E per un periodo di tempo più lungo.

Invece, in questo caso, vista l’emergenza della situazione, si è deciso di accordare, da parte dei competenti organi, non un’autorizzazione definitiva all’uso dei vaccini, ma un’approvazione per il periodo di emergenza.

Ma sulla base di un numero di test molto più limitato

Questo, inevitabilmente, ha comportato il serio rischio che le risultanze di tali test avessero una valenza statistica molto più ridotta, rispetto a quella che normalmente avrebbero dovuto avere.

In altri termini, c’era un rischio elevato, sottolineato da diversi esperti, di una consistente divergenza tra risultati del campione statistico e risultati sull’universo statistico, costituito dal totale dei vaccinandi.

Se a seguito di ulteriori approfondimenti risulterà confermata la tesi del nesso statistico tra vaccini e morti, resterà inevitabilmente confermata anche l’indicazione di inattendibilità statistica dei risultati dei test effettuati.

Quale analogia tra dinamica del vaccino e del Covid?

Ma non è solo il fattore cronologico ad impensierire, e ad aver condotto diversi Stati europei a sospendere la somministrazione del vaccino AstraZeneca.

A quanto pare almeno diverse di queste morti sono da ricondurre ad una particolare patologia, denominata coagulazione intravascolare disseminata.

Tecnicamente, con tale espressione si intende un’anomala ed eccessiva generazione di trombina e fibrina nel sangue circolante. Con conseguente aumento dell’aggregazione piastrinica e consumo dei fattori della coagulazione.

Con la conseguenza di una eccessiva coagulazione del sangue e la formazione di trombosi anche mortali.

E, guarda caso, è risultato che circa il 70% dei pazienti Covid 19 deceduti presentava coagulazione intravascolare disseminata.

Abbiamo quindi al momento, se non ancora una prova, almeno sicuramente due gravi indizi, come si direbbe in ambito forense e medico-forense, che certe dinamiche, che caratterizzano le morti da Covid, si possano ripetere nel caso di somministrazione vaccinale. Nesso temporale e coagulazione intravascolare disseminata.

Ma un ulteriore elemento non va dimenticato.

Riproduzione di elementi comuni

La logica che ispira la realizzazione di un vaccino è la riproduzione nell’organismo umano di elementi che, in qualche misura, possano richiamare il virus originario.

In modo da allenare, per così dire, il sistema immunitario ad attivare le necessarie difese.

La logica ci impone di considerare, però, una possibilità. Ovvero che se l’elemento originario, il virus, produce certi effetti, tali effetti non possano essere del tutto esclusi nel caso di somministrazione di qualcosa che possa richiamare tale originario elemento. Si tratti della proteina spike o di altri elementi.

Non si può, in altri termini, escludere che in alcuni soggetti, anche se particolarmente predisposti, si ingenerino reazioni particolarmente avverse. Ed al momento tali soggetti non possiamo individuarli a priori.

Ed è evidente che, se degli Stati hanno deciso, pur in una situazione di particolare attenzione al diffondersi della pandemia, di sospendere la somministrazione del vaccino, non lo hanno certo fatto a cuor leggero, ma considerando l’ipotesi di un nesso causale con le morti qualcosa di abbastanza concreto, e non solo una mera ipotesi.

Semmai un’ipotesi con una certa probabilità di corrispondere alla verità degli eventi intercorsi.

Infatti lasso temporale, logica con cui si producono i vaccini e analogia tra causa delle morti nel 70% di coloro che sono morti per Covid e morti post vaccinazione, tutto sembra purtroppo quadrare.

Conseguenze su eventuali obblighi, in ottica de jure condendo

Tutto questo rafforza, se ancora ce ne fosse bisogno, non solo i rilievi critici contro l’ipotesi dell’imposizione normativa di vaccinarsi.

Ma anche contro l’attuale situazione relativa all’Ordine dei medici, che comporta una sorta di automatismo tra l’espressione, da parte del medico, di un’opinione contraria ai vaccini e l’espulsione dall’ordine, quale conseguenza di una presunta grave lesione di quella che viene interpretata come deontologia medica.

Invece i gravi fatti, di cui ci stiamo occupando, devono indurre alla considerazione che soprattutto in taluni ambiti, come quello medico, non si può mai dare nulla per scontato.

Del resto, come già oggetto di altra nostra pregressa analisi, avevamo sottolineato come l’esercizio della professione medica debba continuare a potersi svolgere in scienza e coscienza. Il che è praticamente impedito in tutti i casi di dogmatismo scientifico.

Proprio come quello che attualmente impone ai medici di essere favorevoli ai vaccini senza se e senza ma.

Mi domando, quindi, nel caso un medico scriva un articolo che sottolinei delle analogie tra le morti da Covid 19 e le morti post vaccinazione, se verrà sospeso dall’ordine. In base a quello che attualmente l’ordine impone ai propri iscritti, sicuramente il rischio c’è.

Abbiamo quindi analizzato in questo articolo, a proposito di “morti post vaccinazione: problematiche e prospettive”, parte delle questioni conseguenti ai recenti decessi intervenuti dopo alcune vaccinazioni.

A cura di Gian Piero Turletti, autore di “Magic Box” e “PLT