Minute della BCE: come spargere pessimismo

minute della bce

Dopo i dati macroeconomici europei e tedeschi in particolare, le Borse avevano ben pochi motivi di ottimismo. Ci hanno pensato le minute della BCE a piazzare un ulteriore carico di negatività.

Come spesso accade sono proprio i documenti delle autorità teoricamente preposte a dare equilibrio e stabilità a creare turbative e preoccupazioni tra il pubblico e sui mercati.

Possibile costringerle al silenzio?

Probabilmente non avrebbe senso ma una maggiore concentrazione sulle soluzioni che non sui problemi certamente sarebbe preferibile visto il ruolo occupato e il peso specifico di ogni parola pubblicata o detta.

Contenuti deprimenti nelle minute della BCE

Or dunque oggi la BCE ha reso note le “minute” relative alla riunione di politica monetaria tenutasi a Francoforte il 9-10 aprile.

Riguardo al ciclo economico dell’area dell’euro, i dati disponibili dopo la riunione hanno continuato a segnalare una crescita leggermente positiva.

Si è comunque palesata la modestia del ciclo economico nel primo trimestre del 2019.

In particolare i dati del settore manifatturiero si sono ulteriormente indeboliti, mentre quelli relativi ai servizi hanno mostrato una tenuta decisamente migliore.

Tono negativo nelle minute della BCE nonostante non tutto sia da buttare

Quello che lascia perplessi è il tono diffusamente negativo utilizzato nonostante non tutto sia da buttare.

Per esempio l’occupazione ha continuato a espandersi, anche se a un ritmo più lento.

La crescita dell’occupazione è naturalmente rallentata nei servizi manifatturieri e in generale nell’industria.

Ha tenuto meglio per esempio nel settore delle costruzioni.

A tendere gli indicatori della BCE segnalano che per l’occupazione è prevedibile una ulteriore crescita sia pure  a ritmi ancora  più moderati.

La causa principale del rallentamento della zona euro viene attribuita al rallentamento e pertanto  le dinamiche commerciali sono rimaste deboli.

Le minute della BCE segnalano anche come la domanda interna sia rimasta resiliente e dunque confortante.

Rischi per il futuro

Poi non si capisce bene in base a cosa si annacqua tutto sino a concludere che “il bilanciamento dei rischi legati alle prospettive di crescita resta tuttavia orientato al ribasso”.

Come se i fattori citati non fossero già presenti.

Si parla infatti genericamente di incertezze, legate a fattori geopolitici, alla minaccia di protezionismo e vulnerabilità nei mercati emergenti, stanno pesando sulla fiducia.

La BCE ha pertanto concluso ribadendo in totale assenza di autocritica, la necessità di agire con prontezza impiegando tutti gli strumenti di politica monetaria disponibili qualora fosse necessario un maggiore sostegno.

Nel contempo si interroga per comprendere se la rapida perdita di slancio dell’economia sia un trend stabile e  duraturo o temporaneo.

Leggi gli altri articoli di Gianluca Braguzzi