Tra gli strumenti di analisi, cui da tempo personalmente ripongo particolare attenzione, la curva dei rendimenti.
In particolare, tra i suoi possibili utilizzi, abbiamo indicato, in precedenti articoli, l’importanza dell’inclinazione rialzista o ribassista della yield curve, soprattutto quella statunitense.
Unitamente all’attenzione da porre, in caso di inversione ribassista, alla circostanza che questa riguardi l’intera estensione, o solo un suo tratto.
Le analisi condotte su un esteso intervallo di tempo pluriennale, pare fornire le seguenti indicazioni.
Con inclinazione totalmente rialzista, le prospettive per gli indici azionari sono di rialzo o di contenuta correzione.
In caso di parziale inversione ribassista, viene anticipata una correzione anche importante dei mercati, ma non una vera e propria inversione del trend di fondo.
Con una inversione ribassista estesa tra le scadenze a breve e quelle a lungo termine, possibile una vera e propria inversione del trend di fondo.
Metodo della curva dei rendimenti: analisi delle ultime indicazioni
Andiamo quindi ad esaminare l’utilizzo che si poteva fare di tale metodo in relazione agli ultimi sviluppi di Borsa, analisi anticipata in questo articolo.
Tale articolo è stato pubblicato il 13 maggio, proprio in corrispondenza del minimo di diversi indici azionari.
Da alcuni giorni, infatti, era intervenuto un ribasso, che aveva fatto sorgere diversi dubbi.
Correzione moderata, o più ampio ribasso?
Nell’articolo, sopra richiamato, si era evidenziato come la curva dei rendimenti statunitense non fosse caratterizzata da una inclinazione negativa, neppure su una parte delle diverse scadenze temporali dei titoli di Stato USA.
Per tale motivo, si poteva ritenere probabile che la fase ribassista, pur non potendosi mai escludere nulla a priori sui mercati, fosse destinata a risolversi in laterale o, comunque, quale fase propedeutica a nuovi rialzi. Seguendo comunque una dinamica meramente correttiva.
Le conferme dei principali indici
Pur con qualche incertezza, le indicazioni provenienti dai principali indici azionari, come DAX o S&P 500, vanno in questa direzione. Si sono infatti mossi al rialzo, dal minimo del 13 maggio.
Può peraltro darsi che, soprattutto per ragioni legate a dinamiche cicliche, alcuni indici proseguano magari in laterale in una dinamica sostanzialmente correttiva (ad esempio per il Ftse Mib un possibile bottom, in caso di proseguimento della correzione, potrebbe collocarsi tra metà e 22 giugno).
Tuttavia non dovremmo assistere a dinamiche ribassiste di ampia portata
Per concludere sull’analisi delle ultime indicazioni sul metodo della curva dei rendimenti, c’è da dire che ovviamente tali indicazioni sono valide a condizione che, comunque, tengano alcuni supporti di medio.
Proprio perché anche i migliori indicatori possono qualche volta deragliare dalle loro statistiche. Ma in tal caso, ci sarà tempo per assumere una view diversa, da monitorare step by step, appunto in base alla tenuta o meno di determinati riferimenti.
A cura di Gian Piero Turletti, autore di “Magic Box” e “PLT“