Se sul MES Conte aveva declinato l’invito nei mesi scorsi, continua a farlo ancora adesso. Sarà, forse, la questione di coerenza a renderlo convinto, oppure la necessità di tenere in piedi il Governo. Infatti, i 5 Stelle continuano a dire un No deciso al MES e ciò condiziona gli equilibri. Quindi, di fronte alla proposta di Zingaretti, che mette luce sul fatto che il nuovo MES è ormai cambiato, la risposta rimane negativa. E ciò, nonostante il Fondo di Stabilità garantirebbe ben 37 miliardi di euro all’Italia, da poter ottenere subito. Essi potranno essere investiti nella sanità, con una percentuale di interessi negativa per i primi 7 anni e pari allo 0,8 fino a 10 anni.
Insomma, niente di simile con il meccanismo che ha stretto la gola alla Grecia a suo tempo. Eppure il Presidente del Consiglio, a domanda secca, dice no ma poi, in un’ottica più ampia, si sente di rimandare il discorso a settembre. Quindi, messo sotto il riflettore, Conte non riesce a districarsi dai nodi del patto politico. Pertanto, di fatto, la questione MES rimane ancora aperta.
Conte sotto il riflettore
In realtà, i demoni non esistono per sempre e Conte vorrebbe accettare la proposta di Zingaretti sulla questione MES. Tuttavia, è costretto a fare valutazioni caute, rimettendo la decisione finale a settembre, anche in considerazione di ciò che accadrà in sede europea. Quindi, egli consiglia di chiudere prima l’accordo con l’Ue al prossimo Consiglio e poi rivalutare la questione. Però, è chiaro che il Presidente sente il fiato sul collo del Movimento 5 Stelle e non se la sente in questo momento precario di dar vita ad uno spaccamento.
Tuttavia, il problema permane. Infatti, dal canto suo, il Pd preme per dare il via libera al MES onde attingere fondi in questo momento essenziali, per esigenze indifferibili. Insomma, non sarà possibile accontentare tutti anche perché, oltre al Segretario del Pd Zingaretti, preme per il MES anche il Ministro dell’Economia. La ragione è che lo strumento in discorso consentirà di risparmiare 5 miliardi di euro in 10 anni. Rinunciare al Meccanismo di stabilità e consentire un aumento del debito pubblico sarebbe una distruzione, solo per una questione di coerenza. “Non si può perdere un’occasione del genere”, insistono gli esponenti del Pd. Da Bruxelles, fa pressioni anche il Commissario Gentiloni che ribadisce il suo favore al Meccanismo di stabilità, non potendo prorogarsi oltre la siccità di risorse finanziarie.