INTERVISTA A GIAN PIERO TURLETTI
Autore di Magic Box in 7 passi
NELLA SUA PRECEDENTE INTERVISTA LEI PARLAVA DI MERCATI
PRONTI AD IMPROVVISE FIBRILLAZIONI, RIPRESE TANTO REPENTINE, QUANTO NUOVI, DRASTICI RIBASSI.
IL MERCATO PARE AVER ASSECONDATO QUESTA SUA PREVISIONE.
COSA PUO’ DIRCI?
E’ uno degli aspetti del mercato, che pare talora funzionare secondo criteri geometrici e trend, talora invece pare dominare il fattore volatilità.
Non possiamo dimenticare che tale componente, solitamente più confinata al breve termine, tende a esprimersi preferibilmente in certi contesti, e quindi è evidente che le cose variano molto, secondo il tipo di mercato in cui ci troviamo.
Ora, evidentemente, le voci sia politiche che finanziarie relative alla Grecia, hanno impattato negativamente sulla possibilità dei mercati di esprimersi in forma geometrica. E, quindi, occorre cercare una geometria anche laddove il comportamento è molto volatile.
COME SI PUO’ CERCARE UNA GEOMETRIA IN COMPORTAMENTI VOLATILI?
Applicando Magic box, avevo previsto un comportamento che avevo definito border line. In pratica, i supporti sembrano cedere, ma proprio per l’incremento di volatilità, quando sembrano cedere, poi ecco che i prezzi schizzano nuovamente al rialzo.
Di qui l’importanza di applicare anche dei filtri temporali.
Non dimentichiamoci, ad esempio, che proprio la prossimità di supporti di lungo evidenzia questo aspetto sul FTSE MIB.
ED ORA APPLICANDO QUESTE REGOLE AI MERCATI, COSA NE RISULTA?
Abbiamo comportamenti diversi per ogni mercato.
Intanto, partiamo dal Dax, per un motivo molto semplice.
Praticamente, questo indice ha disegnato un nuovo pattern rialzista ed oggi siamo proprio in corrispondenza della resistenza statica, che se rotta al rialzo, lo confermerebbe.
La mia esperienza, tuttavia, evidenzia come la rilevanza di tale livello sia tale, che è probabile una tenuta della medesima.
Volendo fissare dei parametri quantitativi, ecco cosa possiamo dire:
in caso di rottura del massimo di ieri, martedì 13 gennaio, possiamo proiettare l’indice in area 10660 per/entro il 10 febbraio, con possibile estensione sino in area 11038, ma attenzione alla tenuta del massimo di ieri. In tal caso, sono possibili ritracciamenti sino in area 9598.
Formalmente abbiamo assistito alla rottura del precedente canale ribassista, ma ora dobbiamo verificare se la tenuta del trend consentirà quel respiro che ci auspichiamo.
PARLIAMO DEL NOSTRO FTSE MIB, FORSE L’INDICE PIU’ DECORRELATO RISPETTO AGLI ALTRI. COSA SI PROSPETTA?
L’indice italiano ha perfettamente centrato l’ultimo target ribassista, ma senza riuscire a dare segnali di conferma convincenti sopra la resistenza dinamica che ne imbriglia le quotazioni.
Al momento in cui sto scrivendo, le quotazioni sia del Dax che del FTSE MIB sono comunque ancora improntate ad una sostanziale tenuta delle resistenze.
Anche solo considerando questo aspetto, possiamo parlare di una suddivisione degli indici in un piano orizzontale ideale, sopra o sotto il loro riferimento di resistenza statica, e fintanto che la resistenza non viene rotta, evidentemente restiamo in un’area negativa.
Solo il passaggio alla parte rialzista del proprio grafico può rilanciare le quotazioni.
E QUESTA SITUAZIONE COME SI PROSPETTA SULL’EUROSTOXX?
Anche l’Eurostoxx dimostra di voler al momento restare inquadrato in quella che possiamo considerare parte negativa del proprio quadro di riferimento, con una resistenza statica che domina sulle quotazioni.
Periodicamente, dovremmo trovarci in una fase del ciclo rialzista, ma non sempre la ciclicità stagionale è conforme alle aspettative.
VOLGIAMO LO SGUARDO OLTRE OCEANO. COME E’ MESSO LO S & P 500?
Anche l’indice statunitense ha intercettato un target ribassista, ma senza riuscire a portarsi sopra le prime resistenze dinamiche, il che rafforza un quadro ribassista che già non era molto ben messo in Europa.
COSA SUCCEDERA’ IN GRECIA?
Credo che tutto dipenda dalla effettiva volontà di andare contro l’euro o cercare un qualche adattamento.
Al momento, non pare che un partito come Tsipras possa essere in grado di formare un esecutivo autonomamente, quindi si aprono le strade del compromesso.
Bisognerà vedere fino a che punto ci sarà la volontà di venirsi incontro, o di rompere definitivamente.
IN TALE SECONDA IPOTESI QUALE QUADRO SI PROSPETTEREBBE?
Guardi, non credo si debba solo drammatizzare.
Indubbiamente, in una prima fase i mercati colerebbero a picco, ma consentendo occasioni di acquisto di medio e lungo da non sottovalutare.
A quel punto, l’asso nella manica di paesi come l’Italia potrebbe essere quello di giocarsi non l’uscita dall’euro, ma dai trattati, insomma di prospettare in sede europea l’ipotesi di un nuovo Montenegro, cioè non si abbandonerebbe l’euro, ma si porrebbe fine a diktat e regole assurde.
OGGI QUALE LE PARE UN COMPARTO PARTICOLARMENTE NELL’OCCHIO DEL MIRINO?
Direi quello bancario, non fosse che perché le maggiori ripercussioni di certe prospettive potrebbero riguardare proprio i titoli a maggior componente finanziaria.
D’altra parte, il comportamento dei titoli di stato italiani di questi giorni mi conferma nelle mie ipotesi, che in caso di crisi, ci sarebbero dopo un po’ più occasioni d’acquisto, che altro.
Bisognerebbe solo aspettare che il rubinetto delle vendite si chiuda.
COME PUO IMPATTARE IL TERRORISMO SULLA SITUAZIONE ATTUALE E QUALI SCENARI SI APRONO A LIVELLO GEOPOLITICO?
Guardi, sicuramente il terrorismo rappresenta una variabile esogena, che può impattare in modo decisamente negativo, non fosse altro che per la potenzialità di colpire obiettivi rilevanti non solo in termini politici, ma anche economici.
Quanto al più generale discorso geopolitico, facciamo un passo indietro.
Sino a qualche tempo fa, molti accusavano gli USA di essere arroganti, volendo spiare anche i propri alleati.
Ma ora il motivo è chiaro.
Evidentemente non si fidavano molto dell’efficienza dei servizi di intelligence alleati, e ad esempio non dimentichiamoci che anche in Francia un possibile obiettivo terroristico poteva anche essere statunitense, pur su suolo francese.
Ne risulta evidente, per un verso, una inerzia o quanto meno una certa inefficienza delle intelligence europee, che pure avvertite da parte di quelle algerine, hanno forse sottovalutato i rischi, e per altro verso un innalzamento del livello di alert presso gli USA, che si sentiranno autorizzati a supplire alle carenze dimostrate a livello europeo.