Il Ftse Mib sta inviando segnali di forza. Quali le previsioni sui mercati per quest’ultimo trimestre 2019?
Ultimo trimestre
Settembre ed ottobre sono solitamente mesi caratterizzati da un’alta volatilità. Volatilità che, per chi opera sui mercati, può essere un’ottima occasione per guadagnare. Ma la fine di settembre coincide anche con la chiusura del terzo trimestre e, di conseguenza con l’apertura del quarto. Un quarto trimestre che, storicamente, è caratterizzato comunque da un rally caricato spesso dall’ottimismo per gli acquisti natalizi. Trend che si può evidenziare facilmente guardando al mercato statunitense. Indubbiamente quest’anno le rinnovate intenzioni di stimoli finanziari da parte di tutte le banche centrali maggiori, compresa la Federal Reserve che sembra orientata comunque ad agevolare i mercati, daranno una mano ulteriore al rally.
Da dove arriva il rally dei mercati?
Da ricordare che la Banca Centrale Europea ha tagliato nuovamente i tasti di depositi di 10 punti base. Cosa che ha portato il saldo finale a -0,5%. Non solo, ma considerando un quadro caratterizzato generalmente da tassi bassi un po’ ovunque, Mario Draghi ha pensato bene di creare un sistema di sostegno anche per le banche, solitamente penalizzate da un costo del denaro sempre più debole. In altre parole il sistema di tiering. Resta ancora da citare il grande protagonista dei mercati e cioè quel quantitativi easing che ripartirà già da novembre. Una strategia che sarà a tempo indeterminato, cosa particolarmente importante.
E la Fed?
Così come importante è anche il fatto che il Quantitative Easing vedrà l’appoggio incondizionato anche del nuovo governatore della Banca Centrale Europea. Christine lagarde infatti è da sempre colomba sul fronte delle strategie finanziarie. E la Federal Reserve? In realtà la questione è più delicata. Infatti il braccio operativo della banca centrale statunitense è diviso al suo interno sulle strategie da adottare per affrontare questo momento. La realtà economica all’interno dei confini nazionali è ancora in buona salute, sebbene i dati macro inviino segnali di una sempre più ampia debolezza. La questione è che, appunto, l’economia, per quanto in fase calante, non è ancora così debole da richiedere tagli drastici come voluto dal Presidente Donald Trump.
I jolly del rally
Ad ogni modo sia a luglio che a settembre Jerome Powell, governatore della Banca Centrale statunitense, ha confermato i tagli da 0,25% in entrambe le occasioni. Il che ha portato il range di riferimento a 1,75-2%. Fin qui i fatti. Poi si può passare al regno delle ipotesi. In questo caso, a livello internazionale, il jolly potrebbe essere l’allentamento delle tensioni fra Stati Uniti e Cina. A livello europeo, invece, un accordo per la Brexit. Qualora queste due opzioni dovessero verificarsi, allora il rally di Natale sarà una realtà assicurata.