L’ultima giornata di contrattazione dei mercati azionari si caratterizza per un diffuso passivo. O per lo meno questa sembra essere l’andamento nella prima parte. Infatti al giro di boa delle 13.30 il Ftse Mib registrava un passivo dell’1,60%. Ma il saldo parziale del resto delle Borse del Vecchio Continente non era da meno. Infatti nello stesso momento il Dax perdeva addirittura l’1,9%, il Cac 40 l’1,8% e il Ftse 100 l’1,2%. Una pressione simile si avverte anche sulle Borse USA. I futures registrati nello stesso momento, infatti, arrivavano a -04% sull’S&P 500 mentre quelli di Dow e Nasdaq arrivavano, rispettivamente a -0,5% e -0,03%.
Mercati nuovamente in rosso ma a Piazza Affari si affaccia la questione politica
Infatti, come si sa, il Parlamento tricolore è stato chiamato, ormai da una settimana, a decidere il nome del Presidente della Repubblica. Un nome che, a giudicare dall’andamento delle votazioni, sembra essere ancora in alto mare. Infatti le parti in gioco non riescono a trovare un accordo sulla figura che dovrà rappresentare la Nazione per i prossimi 7 anni. Uno stallo che preoccupa le Borse soprattutto per l’incognita Draghi. Infatti, soprattutto all’estero, l’attuale premier è visto come il promotore, ed in un certo senso anche il garante, delle numerose riforme che lo Stato si appresta ad affrontare.
In molti si chiedono quale sarà, a questo punto, il destino di Draghi e ancora di più del Governo attualmente in carica? Infatti, premiassero il Presidente del Consiglio come nome per il Quirinale, ci si potrebbe trovare di fronte alla possibilità di dover cercare anche un nuovo Premier. Il che, allo stato attuale dei fatti, rappresenterebbe non solo un secondo enigma da sciogliere, ma anche un ulteriore zavorra per la politica.
Ma a portare i mercati nuovamente in rosso sono anche altri fattori ormai noti. Primo fra tutti le tensioni internazionali. Su questo fronte, infatti, c’è da registrare un ulteriore inasprimento delle tensioni tra Russia e USA con Washington che ha avvertito Kiev di un probabile attacco di Mosca per febbraio. Il tutto mentre è stata ufficializzata per lunedì prossimo, 31 gennaio, una riunione del Consiglio di Sicurezza dell’ONU.