Mercati di ferragosto fra tensioni finanziarie e geopolitiche

ProiezionidiBorsa

A cura di Gian Piero Turletti Autore di

Magic box

PLT

L’ottava preagostana vede i principali mercati azionari separati da una impostazione tecnica nettamente divergente.

Wall Street in rialzo strutturale da tempo, quelli europei su punti nodali, ma….

Solo il Dax pare segnalare una possibile conferma di aver superato il canale rialzista di medio/lungo.

Il Ftse Mib, a contatto con analoga soglia resistenziale, non l’ha ancora superata, e l’Eurostoxx se ne trova ancora distante.

Il tutto non desta sorprese, considerando la diversa situazione economica, con le borse che rispecchiano le diverse economie.

Ma intanto, cosa sta succedendo a livello geopolitico e finanziario?

Oggi vorrei sottolineare tre situazioni particolari, che dall’Europa agli USA, potrebbero rappresentare possibili scenari di tensione politica e finanziaria:

strategia russa ad est

posizioni geopolitiche di Trump

Efta e Gran Bretagna.

Strategia russa ad est.

Putin ha rilasciato dichiarazioni circa un possibile tentativo dei servizi segreti ucraini, di intervento in Crimea.

Pronta la secca smentita da parte ucraina.

Comunque sia, vere o false che siano tali notizie, portano ad una situazione di netta conflittualità.

Peraltro in passato la Russia ha spesso usato far precedere suoi interventi militari da dichiarazioni false contro il paese aggredito.

Che stia quindi bollendo qualcosa in pentola, e che la Russia si stia preparando a nuovi interventi militari?

In tal senso pare deporre anche il recente viaggio di Erdogan in Russia, probabilmente finalizzato soprattutto a calmierare le acque verso un vicino decisamente ingombrante.

Intanto, negli USA, le posizioni di Trump possono destabilizzare alcuni scenari.

Trump ha ritenuto Obama e la sua amministrazione responsabili del vuoto politico, creatosi in Iraq a seguito del ritiro statunitense.

Vuoto politico in parte occupato dal terrorismo.

Tuttavia pare una posizione contraddittoria, dal momento che egli stesso è favorevole ad un sostanziale disimpegno in occidente.

La sua pare in effetti, più la posizione, assunta all’epoca, dall’amministrazione del democratico Carter, che una tradizionale posizione repubblicana.

E non dimentichiamoci che fu proprio la politica estera uno dei principali motivi dell’affermazione di Reagan contro Carter.

Cosa succederebbe in caso di sostanziale disimpegno USA?

Un disimpegno militare degli USA dalla Nato, viste anche le mire di Putin, rischia di portare ad un’escalation di tensioni.

Particolarmente pericolosa, quest’ultima, almeno per i paesi sul fronte più orientale della Nato.

Ed anche la Norvegia dice la sua.

Alcuni analisti hanno ipotizzato che l’Inghilterra, per aprire nuovi orizzonti di mercato, dopo la Brexit, sarebbero interessati ad un’adesione all’Efta.

Cos’è l’Efta?

L’Efta è una sorta di Ue in piccolo, i cui attuali stati membri sono Norvegia, Islanda, Svizzera e Liechtenstein.

A opporsi a questa prospettiva il premier norvegese, che ha definito l’idea contraria agli interessi norvegesi.

In sintesi, le situazioni di possibili conflitti e tensioni geopolitiche ed economiche non mancano.

Vedremo come i mercati si muoveranno in tale contesto, ed in particolare se quelli europei decideranno di seguire il Dax al rialzo.

Come sempre, valuteremo step by step e ci regoleremo di conseguenza.