Mercati azionari: previsioni per il secondo trimestre 2019

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Il primo trimestre del 2019 si è chiuso. Queste le previsioni per il secondo trimestre sui mercati azionari.

Le previsioni per il secondo trimestre

Il 2018 si è chiuso con un’anomalia. La parte finale, solitamente positiva, è stata invece tra le peggiori dalla Grande Depressione ad oggi. Il 2019 si è aperto con un’altra anomalia. Il primo trimestre, solitamente interrogativo, ha visto, invece, una serie di rialzi sui mercati. A questo punto è facile chiedersi: come sarà il secondo?

La view degli analisti sui Mercati azionari

Il mercato statunitense, storicamente, è quello che guida il resto delle borse. Ebbene: in questo periodo ha visto, da gennaio ad oggi, un 12,3% sull’S&P 500. Buone notizie anche per il Russell 2000, in crescita del 13,8% (migliori inzio anno dal 1991). Bene anche il Dow (10,2% in pole position tra i migliori inizi dal 2013) così come anche per il Nasdaq con il miglior primo trimestre dal 2012. Una situazione specularmente opposta rispetto al calo del 14% del quarto trimestre. Un risultato che certifica il miglior punteggio trimestrale in quasi 10 anni e il miglior inizio d’anno da quasi 20 anni a questa parte.

Mercati azionari: quali prospettive per il secondo trimestre?

Una crescita degli utili piatta se non addirittura negativa potrebbe essere lo scoglio più grande contro il quale si andranno a schiantare le aspettative per una crescita delle azioni. A questo si deve anche aggiungere una serie di problemi che si stanno trascinando da tempo e che continuano ad essere irrisolti. Seppur calmierate, restano le incertezze sui colloqui Usa-Cina. E, quando si parla di incertezze, impossibile non parlare di Brexit. Le ultime da Londra parlano della terza bocciatura del piano di uscita proposto dalla premier inglese Theresa May. Il che porta l’opzione no-deal a concretizzarsi con sempre maggiore probabilità.

I venti contrari sui Mercati azionari

Resta poi anche il calo, anch’esso innegabile, sull’economia a stelle e strisce. Calo che coinvolge non solo il Pil ma anche e soprattutto la fiducia dei consumatori. Non bisogna infatti dimenticare che i ¾ della ricchezza prodotta dal paese deriva per lo più proprio dai consumi. Ma il diavolo non è così brutto come lo si dipinge. Difficilmente si potrà bissare la performance di questi primi tre mesi. Ma per i prossimi mesi resta comunque un vento positivo secondo quanto previsto dagli analisti.