I mercati azionari sono molto tirati a questi prezzi,tranne qualche eccezione.
Non tanto per un discorso di P/E che sono ancora lontani da livelli da bolla, quanto perché da inizio anno sono già saliti parecchio.
Questo comporta che dopo un 2018 scadente gli spazi probabilistici risultano inevitabilmente compressi.
Occorreranno dunque fattori nuovi per portare i mercati azionari ad attaccare le fasce di prezzo meno frequentate a livello di probabilità statistica su base annuale.
Tregua sulla guerra dei dazi
Nei livelli attuali di prezzo è insito un certo pessimismo sulla evoluzione della cosiddetta guerra dei dazi.
Se infatti è vero che da inizio anno le Borse hanno realizzato ottime performance sui 12 mesi invece siamo in una situazione ben più contenuta se non anche negativa.
A pesare più che specifici dati macroeconomici è stata principalmente la battaglia che l’amministrazione Trump ha instaurato sul fronte doganale.
Dapprima con la Cina ed ora anche con Messico ed Australia.
Se su questo fronte le cose evolveranno nel solco di accordi e trattati più o meno risolutivi ecco che i mercati potranno sentirsi più leggeri ed lasciare prevalere nuovamente le spinte rialziste.
I tagli dei tassi di interesse e politiche monetarie espansive (QE…)
Può sembrare scontato ma è giusto ri-precisarlo: la principale spinta al rialzo dei mercati azionari potrà arrivare direttamente dalle banche Centrali.
Eventuali tagli ai tassi di interesse muoveranno enormi masse sui mercati e anche che solo una parte finisca verso le borse sarà sufficiente per alzare i prezzi verso i livelli di esaustione.
Ovvero quelle fasce di prezzo che storicamente su base annuale sono state toccate poche volte.
Tagli diffusi da FED e BOE e magari anche Bank of China potranno portare un’ ondata di ottimismo sulle Borse come non si vedeva da tempo. Forse anche in bolla.
Le banche centrali poi hanno anche altre armi per rialzare il sentiment sui mercati azionari.
Da un ripristino del QE allo stesso TLTRO già programmato dalla BCE sono comunque strumenti di politica monetaria che incidono fortemente sulle Borse.
Strumentazioni che finiscono per dare linfa ai listini azionari ma anche obbligazionari e perché no delle commodities e cripto.
Poi c’è da dire una cosa …ovvero che l’esperienza di questi anni sconsiglia vivamente di mettersi a “shortare” di posizione con le banche centrali in predisposizione di tagli e non di rialzi sui tassi.