Spesso i mercati finanziari, non ultimi quelli azionari, esprimono trend, che sono il frutto di diversi fattori.
Talora prevalgono impostazioni matematico-geometriche, che facilitano il lavoro degli analisti, mentre altre volte imperversano fattori che, con i precedenti, hanno poco o nulla a che fare.
In questo secondo caso, non è peraltro raro vedere un fenomeno di disallineamento, cioè borse, pur appartenenti al medesimo contesto geoeconomico, che non presentano un trend uniformemente definito, ma, anzi, diverso per ogni mercato.
E’ quanto si sta verificando sui mercati occidentali, con un Dow che in settimana ha pienamente rispettato le aspettative rialziste, ed i mercati europei, che invece hanno risentito del rating sul Portogallo.
Situazione ancora diversa quella italiana, con un indice FTSE MIB, e relativo derivato, FIB, che anche in questa giornata di chiusura settimana evidenziano un trend negativo.
Nel caso italiano, in effetti, continuano a pesare una serie di fattori che, riuniti tutti insieme, pare si siano messi d’accordo con la speculazione internazionale.
E non si tratta solo del rating sul debito portoghese, fattore che accomuna anche le reazioni sulle altre borse, ma di elementi specifici, tutti appartenenti alla categoria di quelli che certo non piacciono ai rialzisti.
Tremonti pare aver abbandonato, nella formulazione della manovra, un dogma del governo Berlusconi, che piace molto ai mercati, quello di non tassare taluni cespiti, con riferimento ad incremento dei bolli ed alla tassazione di rendite e capital gain, manovra che, unitamente alle norme riguardanti le banche, certo non poteva essere considerata né liberale, né conforme ai desideri dei mercati finanziari.
A tutto questo si sono aggiunte poi le varie voci di scandali giudiziari, nonché l’interpretazione di taluni, secondo la quale, se anche Tremonti rinuncia al principio di non tassare certi cespiti, allora vorrebbe dire che il debito pubblico italiano è messo proprio male.
Insomma, una situazione incandescente, che non poteva non aver ripercussioni sui mercati, unitamente alle voci di dimissioni del ministro ed alle divisioni tra ministri.
Noi, da semplici analisti, diciamo che talora queste cose possono succedere, ma guardiamo, con oggettività, ai vari strumenti di analisi, ritenendo che, al di là delle contingenze del momento, come sempre, sarà il Dow il fattore riallineante sui mercati e, quindi, nell’ambito di una probabile conferma di ripresa del trend rialzista di medio e lungo, dovrebbe, in tal caso, a breve rispuntare quest’ultimo anche sui mercati europei ed in Italia, dove i ribassi del momento paiono più occasioni d’acquisto, che altro.
Del resto, l’impostazione di momentum del metodo pdb è tuttora rialzista, e segnala, algoritmicamente, proprio quell’occasione d’acquisto, dianzi evidenziata.
Solo un cambiamento strutturale del momentum sul pdb, confermato da altre metodiche, segnalerebbe un’inversione del trend in senso ribassista.
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