Dopo la seduta di venerdì 1 Febbraio, quando gli indici americani hanno perso circa il 2.5%, gli addetti ai lavori si sono scatenati nelle statistiche più incredibili riguardo l’accadimento di un ribasso così elevato.
In particolare si è parlato di maggiore perdita di punti in una sola giornata dal 2008 a oggi. Diciamo subito che tale affermazione è vera, ma nasconde un’insidia. Se è vero, infatti, che era dal 2008 che in una singola seduta non si perdevano più di 665 pti, è anche vero che nel 2008 le quotazioni erano in area 10000, mentre adesso sono in area 25000.
La variazione percentuale, quindi, è la quantità da andare a studiare e non la variazione assoluta.
Nel grafico seguente è mostrata la variazione percentuale della chiusura giornaliera rispetto a quella del giorno precedente. Come riferimento abbiamo riportato la linea che corrisponde a un ribasso del 2.54% (quello della seduta di venerdì 1 Febbraio).
Notiamo subito come era dal 2016 che non registrava una discesa così elevata. Inoltre dobbiamo osservare come le discese più significative siano sempre avvenute in corrispondenza di minimi delle quotazioni.
Siamo, quindi, in presenza di una trappola per tori o all’inizio di una discesa più consistente?
La chiusura di Gennaio è stata superiore alla resistenza in area 2775 confermando la proiezione rialzista con prossimo obiettivo in area 3085 (III° obiettivo naturale). Le prime sedute di Febbraio, però, non sono state tra le più incoraggianti. Nel momento in cui scriviamo, infatti, le quotazioni hanno rotto al ribasso il supporto in area 2775 e sembrerebbero prediligere un ritracciamento fino in area 2592.
Tuttavia per capire le reali intenzioni del mercato bisognerà attendere la chiusura del mese di Marzo.