Mercati a tutto tondo di Gian Piero Turletti

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MERCATI AZIONARI: FACCIAMO IL PUNTO DELLA SITUAZIONE CON PLT ED ALTRE TECNICHE.

INTERVISTA A GIAN PIERO TURLETTI

AUTORE METODO MAGIC BOX IN 7 PASSI

Può essere utile, in questa fase, un’analisi condotta con molteplici tecniche?

Quali prospettive si possono trarre da queste?

A tale riguardo, mi viene in mete una frase, anche se non ne ricordo l’autore. Diceva che non esiste l’analisi tecnica, ma le tecniche di analisi.

Evidentemente, l’autore intendeva sottolineare come, a differenza di altre discipline, nell’analisi tecnica i diversi metodi di analisi possano condurre a views diverse e si fondino su presupposti diversi.

Nonostante questo, può sicuramente risultare opportuna un’analisi con tecniche diverse, soprattutto in periodi come l’attuale, per comprendere meglio le prospettive future e capire cosa bolla in pentola, per così dire, sui mercati.

Interessante verificare se le diverse metodologie conducano ad una visione uniforme o meno.

A tale riguardo, cosa può dirci della sua nuova tecnica PLT?

PLT è un acronimo che significa pattern lungo termine, una tecnica che ho elaborato tramite numerose osservazioni del trend dei mercati.

Volevo ricercare un pattern che desse i segnali più affidabili, che escludesse completamente, o limitasse al massimo i falsi segnali, nel ricercare quelli utili a segnalare un’inversione di lungo termine.

A tale riguardo, posso dire che la tecnica richiede una particolare conferma proprio dalla chiusura del mese in corso e, pertanto, febbraio, o meglio, la sua chiusura, si rivela, una volta di più, particolarmente importante per definire il futuro dei mercati azionari internazionali.

Al momento abbiamo quello che io, nel metodo, definisco segnale di alert, ma che, per trasformarsi in vero e proprio segnale di inversione, richiede ancora una conferma.

Facciamo un’analisi retrospettiva dei segnali, invece, di Magic box.

Anche questo metodo metteva in guardia sui possibili risvolti negativi, cui stiamo assistendo?

Guardi, il metodo Magic box consente due tipi di indicazione, trend following, e proiezione di minimi e massimi, in termini di tempo e di prezzo.

Sotto questo secondo profilo, il metodo evidenziava una perfetta quadratura spazio/temporale sullo S & P 500, ad indicazione di un potenziale massimo rilevante, proprio con riferimento al mese da cui poi l’indice è iniziato a scendere.

Mentre su altri indici, come il Dax, evidenziava il raggiungimento di un massimo importante in uno dei possibili setup temporali di riferimento, ma anticipato rispetto alla scadenza naturale del setup temporale.

Altre tecniche, come dire…cicliche, da me elaborate, come quello che io ho definito ciclo di Armstrong modificato, evidenziavano, in particolare sull’indice statunitense, una particolare coincidenza di pattern temporali.

Inoltre, intervenivano sicuramente indicazioni, dopo la formazione di questi massimi, di inversioni di medio.

Al tempo stesso, tuttavia, per mia consolidata abitudine, ho sempre presente la distinzione tra trend di medio e di lungo termine, e, soprattutto con riferimento a quest’ultimo, ho ben presente che spesso rotture di livelli di supporto, ed altri analoghi segnali, possono significare due cose, cioè o inversione, oppure mero cambiamento di velocità del trend in corso.

Proprio per questo motivo, prima di certificare la fine definitiva di un trend, pongo determinati filtri temporali, che convergono proprio nella chiusura del mese in corso e che, quindi, contribuiscono a renderla ancora più significativa per l’analisi tecnica.

Infatti, anche i segnali che ho, su molteplici indici, di potenziale inversione di lungo termine, devono essere confermati in chiusura mensile.

Abbiamo quindi almeno due metodologie diverse, anzi tre, a ben vedere, che indicano nella chiusura di febbraio un filtro fondamentale, analisi grafica tradizionale, analisi condotta con magic box, ed analisi con la nuova tecnica PLT.

Ma Lei è anche un esperto di analisi matematica, statistica, e quindi anche algoritmica, per quanto riguarda i mercati.

Cosa pensa della situazione algoritmica, e quali indicazioni se ne possono trarre in questo momento?

L’analisi algoritmica contiene in sè una duplice valenza, sia grafica, che algoritmica in senso stretto.

Sotto il primo profilo, sono indubbiamente evidenti talune divergenze rialziste, anche piuttosto vistose, anche in ottica di medio termine.

Queste indicazioni sono analoghe a quelle di un navigatore satellitare, che indica i possibili punti di svolta, con un po’ di anticipazione temporale.

Dico possibili perché è chiaro che su tali indicazioni deve sempre prevalere la situazione reale del percorso.

Ovviamente, se un navigatore mi dice di svoltare in una certa direzione, e poi mi trovo invece di fronte ad un muro, mi fermo.

Questo sta a significare che deve sempre prevalere la situazione effettiva, e non quella potenziale.

In altri termini, le indicazioni potenzialmente anticipatrici degli indicatori algoritmici devono poi trovare una conferma nei prezzi.

Stesso discorso vale per le indicazioni algoritmiche, costituite dal passaggio di un determinato livello sugli indicatori.

Anche in tal senso, abbiamo alcune indicazioni algoritmiche, ma devono trovare conferma nei prezzi.

Del resto, non dobbiamo mai dimenticare che questi indicatori, matematicamente, non solo altro che derivate dei prezzi stessi, o al limite dei volumi.

Lei è però in grado di spiegare da un punto di vista economico cosa sta succedendo sulle borse, quali sono i drivers di questa fase decisamente difficile per gli investitori?

Occorre sempre distinguere due aspetti, quello legato a statistica ed analisi tecnica, dalle indicazioni economiche e di analisi fondamentale ed econometrica.

L’analisi tecnica e statistica, come dicevo sopra, evidenziava il rilievo di alcuni massimi, poi è la situazione economica complessiva a determinare se a tali massimi debba seguire una correzione o un’inversione di tendenza.

Dal punto di vista economico, tutte le crisi di borsa riconducono a due fattori rilevanti, timore per i tassi d’interesse o timore per i risultati aziendali.

Le due tipologie di crisi presentano, però, caratteri diversi.

Le crisi legate a timori per fasi recessive dell’economia, con ripercussioni sui risultati aziendali, sono solitamente più profonde, destano maggiori panic selling e maggior volatilità, rispetto alle fasi ribassiste, legate a timori per rialzi dei tassi.

Direi che in questo periodo prevale la dinamica legata a timori deflazionistici e recessivi.

Non a caso si è ingenerata anche una certa correlazione tra andamento del petrolio e quotazioni di borsa.

Comunque, ripeto, a mio avviso l’ultima parola spetta sempre ai mercati, ed è per questo che in tutte le mie analisi proiettive, dico sempre…..a meno che il trend non cambi.

Formulare una proiezione è come seguire l’itinerario indicato da un navigatore satellitare, poi bisogna fare i conti con quegli elementi, che possono mutare il percorso.

Pertanto, anche le sue proiezioni ribassiste, possono ancora cambiare?

Si possono formulare proiezioni ampiamente ribassiste, a partire dallo S & P 500, che potrebbe anche scendere sino a 1272 entro giugno 2018, ma, appunto, nulla esclude che poi la situazione diventi analoga a quella del navigatore satellitare.

Il navigatore ci dice di svoltare a destra, ma può succedere che in quella via ci sia un divieto di accesso, e che si debba fare un’altra strada.

E’ chiaro, ad esempio, che una mancata conferma del segnale che dovrebbe dare la tecnica PLT, avrebbe conseguenze diametralmente opposte al ribasso, del tutto analogamente a quello che si verifica nei casi di testa e spalle cosiddetto negato.

In sintesi, cosa aspettarsi nei prossimi giorni?

Già avevo evidenziato, in precedenti interventi, un periodo di volatilità, tra continue oscillazioni nell’ambito di determinati intervalli di trading range, ed avevo detto che la nuova direzionalità sarebbe stata dettata dalla rottura di uno dei livelli del predetto trading range.

Così è stato..

Per un certo tempo tale situazione è stata confinata negli estremi del trading range, poi abbiamo assistito ad una nuova gamba direzionale ribassista, alla rottura del livello inferiore.

Ora si apre un intervallo temporale, di qui sino alla fine di febbraio, che ci dirà se si tratta dell’ultima gamba di un trend ribassista consolidato di medio, oppure se ci sarà conferma di un’inversione del trend primario rialzista, per tutti i motivi spiegati nel corso della presente.