È un problema a cui chiunque si debba assentare da casa e non abbia vicini o parenti a cui rivolgersi deve far fronte. Ecco quindi alcuni consigli per non lasciar morire di sete le nostre piante durante la nostra assenza.
Bagnare le piante mentre siamo in vacanza: sistema che dura tre giorni
Se si tratta di una breve assenza, come ad esempio un week end al mare, possiamo utilizzare l’antico metodo della bottiglia rovesciata, rivisitato e aggiornato.
Chi non ricorda i vasi da immergere nelle balconette di gerani poco prima di partire per le vacanze. È ancora un metodo assolutamente valido. Ma ci sono degli aggiornamenti che ne migliorano l’efficacia. Per quanto veloce possiamo essere nel rovesciare la bottiglia colma di acqua per immergere il collo nella terra, molta acqua viene subito versata nel vaso.
Una buona soluzione è utilizzare una bottiglia di vetro e praticare un foro sul tappo in sughero. Lo potremo fare molto semplicemente grazie al cavatappi. Girando quest’ultimo fino a che non raggiunga il fondo del tappo di sughero. Per assicurarci che il tappo sia ben libero possiamo poi infilare una cannuccia o un uncinetto due o tre volte avanti e indietro dal foro nel tappo.
Oltre al metodo del filo di lana o della cordicella, descritto qui, esiste un sistema che garantisce una più lunga durata dell’acqua per innaffiare.
Infatti, mentre in molti si stanno già interrogando sul da farsi, solo in pochi sanno come bagnare le piante con una flebo quando siamo in vacanza.
Bagnare le piante mentre siamo in vacanza: sistema che dura una settimana
In questo caso per prima cosa ci recheremo in farmacia e acquisteremo un deflussore per flebo. Non compreremo, invece, la farfallina, che è la parte con l’ago, e che non ci serve per questo particolare uso.
Prendiamo, quindi, una bottiglia d’acqua in plastica. E pratichiamo un buco sul tappo. Per fare il foro scaldiamo sul fornello la punta di un cacciavite a stella, e facendo attenzione e usando dei guanti, lo conficchiamo nel tappo della bottiglia.
A questo punto inseriamo nel foro l’estremità della punta del nostro sgocciolatoio per flebo.
Proviamo a rovesciarla. Se ci fosse un qualche passaggio d’acqua, nel caso il foro non fosse a misura, possiamo saldarlo con un po’ di colla a caldo o di silicone.
Chiudiamo completamente il regolatore di flusso che si trova circa a metà del deflussore della flebo.
Capovolgiamo la nostra bottiglia e operiamo un piccolo foro sul fondo sempre con una forbice o un cacciavite. La flebo, infatti, senza tale foro non funzionerebbe perché ha bisogno di una presa d’aria per scendere gradatamente.
Andiamo quindi a preparare il sostegno della nostra flebo per piante. Puntiamo nella terra due bastoni o due rami abbastanza robusti di circa 40 cm.
Non ci resta che appendere al bastone a testa/tappo in giù la nostra bottiglia con l’aiuto di uno spago.
Posizioniamo l’altra estremità della cannula da flebo facendo un nodo attorno al fusto della pianta o utilizziamo un altro bastoncino di sostegno.
Lasciamo il capo della flebo a due, tre centimetri dal terreno in modo che poco a poco irrighi la pianta.
Apriamo leggermente il regolatore di flusso in modo che cada una goccia di rado. Questo sistema consentirà di assentarci con tranquillità per una settimana, utilizzando una bottiglia da 1,5 l.
Metodo del lapillo vulcanico o dello stagno
Nei garden center più riforniti, troviamo il lapillo vulcanico in formato granulare di varie dimensioni.
Il lapillo vulcanico è magma seccato e ha una porosità molto elevata, inferiore però alla pomice, che consente di trattenere l’umidità.
Possiamo inserire uno strato di lapillo sul fondo e in superficie. In questo modo garantiamo un doppio effetto. Per prima cosa, se posto sul fondo, facilitiamo il drenaggio di acqua in eccesso per evitare il marciume dell’apparato radicale. In secondo luogo, se posto in superficie, riduciamo la perdita di acqua per evaporazione.
Un’avvertenza: il lapillo è molto ricco di minerali e funziona come vero e proprio concime a lenta cessione. Ci sono piante, però, che non necessitano di sostanze minerali quindi orre valutarne l’opportunità caso per caso.
Altro metodo per mantenere l’umidità è coprire la terra con uno strato di sfagno. Si tratta di un particolare muschio a fibra lunga molto utilizzato per la coltura delle orchidee o delle piante carnivore. Ha la caratteristica di trattenere l’umidità. Pertanto è ottimo per ricoprire la superficie del terriccio della nostra pianta mentre siamo in vacanza.
Altra raccomandazione utile: mai concimare nelle due settimane prima di partire perché il fertilizzante necessita di acqua per venire assorbito.
Mentre in molti si stanno già interrogando sul da farsi, solo in pochi sanno come bagnare le piante con una flebo quando siamo in vacanza. Da oggi è una soluzione alla portata di tutti!