Meglio evitare questo pesce in presenza di malattie cardiache o colesterolo oltre i 200mg/dl

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Non tutti i prodotti ittici sono indicati ai soggetti che presentano specifici disturbi dell’apparato cardiovascolare o una condizione di ipercolesterolemia. I nutrizionisti raccomandano di mangiare carne di pesce almeno due volte a settimana, ma ugualmente mettono in guardia da eventuali controindicazioni. Esistono per esempio alcuni tipi di pesce a cui una donna in gravidanza o durante l’allattamento deve assolutamente rinunciare. I nostri Esperti hanno infatti già ricordato di fare “Attenzione ai 3 pesci a cui donne e bambini devono dire di no”. Allo stesso sarebbe meglio evitare questo pesce in presenza di malattie cardiache o colesterolo oltre i 200mg/dl.

D’altro canto da molte specie di pesce è possibile reperire gli omega-3, ovvero degli acidi grassi polinsaturi particolarmente efficaci nella prevenzione di patologie cardiovascolari. E pur tuttavia “Oltre al pesce ecco i cibi ricchi di omega-3 contro ipertensione, trigliceridi e colesterolo” che si potrebbero inserire nel regime alimentare.

Meglio evitare questo pesce in presenza di malattie cardiache o colesterolo oltre i 200mg/dl

Quando si punta il dito contro i prodotti ittici più ricchi di colesterolo si pensa a calamari, seppie e soprattutto aragoste e gamberi. Ma esiste anche un pesce che compare spesso sulla tavola dei consumatori italiani, ma che purtroppo presenta un alto contenuto di colesterolo.

Ci riferiamo specificatamente ad un pesce di fondo, ovvero alla cernia che si caratterizza per un’alta concentrazione di colesterolo, ben 70 mg per 100 grammi. Nonostante la cernia contenga molto potassio, selenio e fosforo comunque rappresenta un alimento poco adatto a chi ha problemi di cuore e colesterolo LDL elevato. Pertanto chi soffre di disturbi cardiovascolari o ha valori di colesterolo totale superiori ai 200mg/dl farebbe bene a scegliere altri tipi di pesce.

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(Ricordiamo di leggere attentamente le avvertenze riguardo al presente articolo, consultabili qui»)