Maxi condono? Al vaglio del Governo

Agenzia delle entrate

Al vaglio del Governo vi è la possibilità di introdurre un Maxi Condono fiscale di 400 miliardi di debiti relativi alle cartelle esattoriali più risalenti. Con detto progetto, che dovrebbe rientrare nel piano di riforma fiscale, si andrebbero a cancellare i ruoli di anni passati ormai inesigibili. Più specificamente, si ci chiede: in cosa consiste la proposta? Si tratta di un Maxi Condono da 400 miliardi di euro circa, per smaltire il carico dell’Agenzia delle Entrate Riscossione.

Circa 954,7 miliardi di debiti maturati nei confronti dello Stato e riportati in cartelle di pagamento, potrebbero essere cancellati definitivamente nella misura del 40%. Sembra, quindi, fare capolino una misura di duplicazione della Pace Fiscale con la quale si erano stralciati i vecchi debiti fino a 1.000 euro. Dunque, questo maxi condono, al vaglio del Governo servirà a smaltire il bilancio statale. Ma vediamo a favore di chi è stato concepito.

Maxi condono. A chi sarà destinata la misura

I soggetti per i quali si sta valutando la cancellazione definitiva di vecchie cartelle esattoriali per i ruoli affidati all’ex Equitalia, sono: falliti, deceduti, imprese cessate o nullatenenti. Si tratta, quindi, di debiti che risultano inesigibili o molto difficili da riscuotere. Il totale di 954,7 miliardi di euro di somme da riscuotere, è così suddiviso: – 153,1 miliardi di euro sono dovuti da soggetti falliti; – 118,9 miliardi di euro da persone decedute e imprese cessate; – 109,5 miliardi da nullatenenti (in base ai dati presenti nell’Anagrafe tributaria). In merito ai restanti 68,8 miliardi di euro, l’attività di riscossione è sospesa per provvedimenti dell’autorità giudiziaria. Al netto di quanto già riscosso, rientrano inoltre in tale ultimo importo le quote oggetto di richieste di accesso alla definizione agevolata della cd. Rottamazione-ter.

Conclusioni

Nonostante questo Governo si sia sempre dichiarato contrario ad ogni forma di condono fiscale, la decisione è nata dalla necessità di ridurre costi inutili. Complice di ciò anche il consenso prestato dall’Agenzia delle Entrate, che si trova in prima linea nelle attività di recupero. La motivazione risiederebbe, quindi, principalmente, nella difficoltà di recuperare vecchi debiti. A ciò aggiungasi l’aggravio dei costi per la gestione delle azioni di recupero, che difficilmente portano, una volta affrontate, alla riscossione del debito.

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