La voce filtra dai Palazzi che contano: è pronta la rivoluzione fiscale. Ma in cosa consiste? Il Governo sta mettendo a punto un piano che fa tremare i polsi. Una riforma utile per far cassa: mani nelle tasche dei possessori di Partita Iva per 12 volte all’anno. L’operazione “Fisco” amico, chissà per chi, punta ad annullare il sistema di acconti e saldi annuali quando si fa la dichiarazione dei redditi.
Mazzata per le Partite Iva?
Sarebbe l’ennesima “mazzata” per le Partite Iva. I professionisti dovranno versare non più in due soluzioni quanto dovuto. Per alleggerire e far entrare soldi con più frequenza nelle casse dello Stato, il Governo sta ipotizzando di far pagare ogni mese. Il primo inquilino dell’Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini ritiene che questa operazione di maquillage sia una semplificazione fiscale. Tra le ipotesi ventilate anche il pagamento su base trimestrale delle tasse dovute.
Il governo cosa sta ipotizzando
Questa rivoluzione fiscale entra in gioco in un momento particolare per i possessori di Partita Iva. Questa categoria è stata messa a dura prova dal coronavirus. Quest’anno con i venti di crisi molte partite Iva registrano pochi affari e finiranno l’anno in perdita. Una cospicua platea di possessori di Partita Iva avranno redditi dimezzati. Cosa succederà dunque nel 2021 quando si pagheranno le tasse sull’anno precedente? Meno soldi per lo Stato. Per ovviare a questa carenza, il governo sta ipotizzando di prenderli però con maggiore frequenza. Ritorna in auge il detto: pochi, maledetti e subito.
Con questo stratagemma i possessori di Partita Iva pagano le tasse mensilmente invece che nelle classiche due rate di acconto e saldo. La speranza, per il Governo, ovviamente è che nel 2022 gli affari migliorino per poter raccogliere qualcosa in più e rimpinguare le asfittiche casse dello Stato. In questo modo l’Erario ha flussi di cassa più stabili. Anche perché si parla di rimodulazione delle scadenze, ma la somma da pagare resta sempre la stessa. Mani nelle tasche dei possessori di Partita Iva per 12 volte all’anno per evitare di perdere incassi.