In Italia le persone che soffrono di una malattia rara o poco conosciuta non sono poche. Il cammino per arrivare ad una diagnosi può essere già di per sé tortuoso. Senza contare che possono essere vere e proprie malattie invalidanti, non riconosciute dall’INPS: come fare in questo caso? La redazione di Proiezionidiborsa vuole affrontare il problema di chi soffre di patologie rare. Infatti, l’elenco ministeriale delle malattie che danno diritto all’invalidità può non contemplare determinate patologie. Allo stesso modo, il medico INPS potrebbe non conoscere e quindi non diagnosticare alcune malattie. La conseguenza sarebbe l’esclusione del malato dall’esenzione del ticket, ma anche dalla possibilità di ottenere aiuti dallo Stato. Prima di approfondire cosa succede in caso di malattie invalidanti non riconosciute dall’INPS, vediamo come funziona esattamente l’invalidità civile.
Invalidità civile: cos’è e come funziona
Un cittadino italiano di età compresa tra i 18 ed i 65 anni con una menomazione congenita o acquisita ha diritto all’invalidità civile. Le patologie legate ad un’invalidità sono molte. Queste però devono causare una determinata riduzione della capacità lavorativa. L’attribuzione dell’invalidità civile ha come requisiti determinanti l’impossibilità di svolgere compiti e funzioni fondamentali per l’età del soggetto.
Un medico INPS dovrà rilevare e certificare questa menomazione e quindi la Commissione ASL dovrà valutarla. L’invalidità civile conferisce una percentuale che determinerà, tra le altre cose, le prestazioni economiche e le esenzioni per le spese sanitarie. Sotto il 33% non si sarà considerati invalidi. Invece in caso di invalidità al 100% si avrà diritto ad un assegno mensile di assistenza, il cui importo è stato recentemente aumentato. Ma il medico INPS, così come la Commissione ASL potrebbero non riconoscere determinate patologie poichè molto rare. Vediamo cosa succede in questi casi.
Malattie invalidanti non riconosciute dall’INPS: come fare?
Le malattie non riconosciute dall’INPS sono quelle non presenti nelle linee guida e nelle tabelle ministeriali. Si tratta quindi spesso di malattie sconosciute all’ASL. Chi è affetto da una patologia rara deve conservare accuratamente la sua documentazione. Ovvero, lettere di dimissioni ospedaliere, referti e relazioni cliniche. L’interessato può richiedere l’assistenza a proprie spese di un medico di fiducia durante la visita di accertamento per l’invalidità. Se la commissione ASL rifiutasse il riconoscimento dell’invalidità, sarà possibile impugnarne il verbale.
La persona quindi avvierà un ricorso e un accertamento tecnico preventivo in riferimento al verbale sanitario. Presenterà al giudice tutta la documentazione raccolta circa la sua patologia e chiederà la nomina di un consulente tecnico d’ufficio. Sicuramente per questi malati sarà una strada complessa. Ma non mancano le vittorie in passato. Pensiamo alla sentenza 1116/2016 del tribunale di Termini Imerese che ha riconosciuto la riduzione della capacità lavorativa ad una donna affetta da fibromialgia.