Non si conosce molto dell’Unione Europea. Se ne sente spesso parlare ma non tutti hanno piena consapevolezza delle sue funzioni e della sua organizzazione. Sicuramente molte volte si crede che sia un’entità molto lontana da noi, e che sicuramente non abbia un forte impatto sulle nostre vite. In realtà non è così. L’Unione Europea è una sorta di secondo Stato che ha delle sue leggi, delle sue autorità e dei suoi giudici a difesa dei cittadini. Le decisioni che prende l’Unione hanno forti e grandi ripercussioni sulla nostra vita quotidiana.
Un esempio è proprio il caso qui analizzato. Infatti, spesso l’Unione Europea attraverso le sue leggi e le decisioni dei suoi giudici condanna gli Stati membri a rispettare i diritti dei cittadini. Molte volte capita che gli Stati rifiutino di risarcire o restituire denaro o ancora riconoscere un diritto ad un cittadino. In questo caso l’Unione Europea interviene in sua difesa.
La decisione dell’UE
Il caso qui analizzato riguarda una sentenza della Corte di Giustizia (C-590/20 del 3 marzo). La Corte di Giustizia è il giudice dell’Unione Europea e le sue sentenze obbligano anche gli Stati membri. In questo caso, attraverso questa sentenza l’Unione Europea restituisce 8 anni di retribuzione ai medici specializzandi. Infatti, nel 1983 l’Unione Europea aveva emanato tre direttive (molto simili alle nostre leggi) con cui imponeva di retribuire adeguatamente i medici specializzandi. In Italia vennero recepite soltanto nel 1991 con il Decreto Legislativo 257.
In questi anni ci sono stati lunghi processi davanti ai nostri giudici perché i medici si sarebbero lamentati del fatto che l’Italia non avesse rispettato le leggi europee. Le nostre Corti hanno, nel tempo, riconosciuto agli specializzandi solo una parte delle somme che gli spettavano secondo le regole europee. Non solo, ma le riconoscevano solo per le specializzazioni iniziate dopo il 1982 e comunque sempre in misura inferiore rispetto ai percorsi specialistici partici dopo il Decreto 257.
L’Unione Europea restituisce 8 anni di retribuzione ingiustamente non percepita a questi lavoratori
La Corte di Giustizia già nel 2018 aveva deciso che gli Stati membri dovevano restituire la giusta retribuzione agli specializzandi i cui corsi erano iniziati dopo il 1982. Con la sentenza del 3 marzo del 2022 la Corte di Giustizia spiega che gli Stati membri devono risarcire anche i medici iscritti al percorso di specializzazione prima del 1982. In particolare quelli che si sono iscritti alla specializzazione prima del 1982 per gli anni di frequenza successivi al 31 dicembre di quell’anno. Questo provvedimento, anche se riguardante una categoria non larghissima di lavoratori, è molto importante. Infatti dimostra come le decisioni dell’Unione Europea possano condizionare la nostra vita quotidiana e le politiche degli Stati e incidere sui nostri diritti e sul nostro portafoglio.