Euforia sui mercati. Indici Usa sui massimi. Ma l’oro torna a salire. Perché?
Il post G20
Dopo il G20 Usa e Cina torneranno al tavolo dei colloqui. Le banche centrali hanno deciso di continuare la loro politica accomodante. Ultima, anche quella australiana ha tagliato i tassi di interesse. Con ogni probabilità, dopo il vertice Opec, ci sarà un taglio anche nella produzione di petrolio. Ma l’oro ricomincia a salire. Attualmente il metallo giallo costa 1.392 dollari l’oncia, in calo dai 1.430 visti la settimana scorsa, ma nuovamente in crescita nonostante adesso anche il G20 abbia dato il suo contributo per calmare le acque. Perché?
Le ragioni per cui l’oro torna a salire
In realtà, come più volte detto, le buone intenzioni di Pechino e Washington sono solo all’inizio. La strada per un eventuale accordo è ancora lunga. Inoltre gli Usa potrebbero nuovamente alzare la voce con l’Unione Europea per alcune voci a rischio dazi. Si parla di merci per 4 miliardi di dollari che si vanno ad aggiungere agli altri 21 già segnalati ad aprile. Il tutto, oltre alla questione, ancora da risolvere, del settore auto.
Dazi auto e immatricolazioni Fca
Da novembre, infatti, le auto europee potrebbero trovare ad attenderle nuove tariffe doganali. Per quanto riguarda Fca, poi, c’è da guardare ad un dato in particolare, quello delle immatricolazioni. Nel primo semestre di quest’anno c’è stato un forte calo delle immatricolazioni in Italia. I numeri riferiscono pe Alfa Romeo un -30% e per Fiat -17%. Pesanti anche i numeri riguardanti la quota di mercato: in calo al 24,7%. Ma il vero nocciolo della questione Usa-Ue, in realtà sono gli aerei.
La guerra Boeing-Airbus
Nello specifico i sussidi agli aerei di Boeing Co ed Airbus SE, suo concorrente oltre che secondo produttore di veicoli, dopo, appunto, Boeing. In poche parole si tratta di reciproche accuse di sussidi governativi illeciti, da entrambe le parti. La situazione è degenerata in una serie di denunce al Wto. Recentemente, però, è precipitata dopo alcuni incidenti che hanno coinvolto la ditta statunitense; in seguito a questo, molte nazioni hanno preferito tenere a terra i mezzi, considerandoli poco sicuri. Ad ogni modo il Wto è in procinto di emettere la sua sentenza che, però, qualora non fosse gradita a Washington,sarà causa di ulteriori dazi (21 miliardi di dollari) ai danni dell’Ue.