Lo dici spesso ma lo sai perché si dice così?

grazie

Grazie mille! Lo dici spesso ma lo sai perché si dice così? La frase è, infatti, di uso comune, ma perché si dice così nel ringraziare qualcuno?

Perché tra un semplice grazie ed il “grazie mille” c’è una bella differenza. Nel secondo caso, infatti, si vuole ringraziare mostrando nello stesso tempo riconoscenza. Allora, vediamo da dove deriva questa espressione partendo in particolare da una falsa interpretazione.

“Grazie mille” lo dici spesso ma sai perché si dice così?

Nel dettaglio, va detto innanzitutto che l’espressione non si riferisce al Risorgimento, e nello specifico alla spedizione guidata da Giuseppe Garibaldi. “Grazie mille” non affonda, cioè, le sue radici nella Spedizione dei Mille. Ma, a ben vedere, è un’espressione utilizzata dai poeti romani nella lingua latina. Inoltre si ritrova pure nei “Nuovi poemetti” di Giovanni Pascoli.

Ai l giorni nostri il numero mille può essere considerato un numero tutto sommato modesto. Nell’antichità veniva considerato, invece, una cifra notevole. Ecco, allora, che l’espressione “grazie mille” sta ad indicare, letteralmente, un ringraziamento moltiplicato per un numero elevato di volte. Nella lingua italiana, inoltre, il “grazie” è considerato un sostantivo numerabile. Pertanto può essere correttamente associato ad un numero proprio al fine di rafforzare, come accennato, il senso di gratitudine.

Quali sono i modi migliori per ringraziare con riconoscenza?

Ma vi è di più. “Grazie mille” non è l’unica espressione comunemente utilizzata per esprimere riconoscenza. Basti pensare, ad esempio, al “grazie infinite”,  al “grazie tante”, e anche al “molte grazie” al “grazie di cuore”. Senza dimenticare le tante declinazioni: “ti ringrazio”, “la ringrazio”, “vi ringrazio” ed anche “ti sono grato”.

A questo punto, appresi i tanti modi di dire grazie occorre, naturalmente, rispondere con un “prego” oppure con altre varianti. Da “figurati” a “di nulla”, passando per un “ma ti pare”.  Fino ad arrivare ad un formale “ma di che cosa?” oppure a un “no problem”.

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