Listini azionari euforici, economie reali in difficoltà: chi ha ragione? Hanno ragione i primi, che archiviano la primavera più difficile di sempre, o le seconde, che stanno mostrando comunque una buona resilienza? Listini azionari euforici, economie reali in difficoltà: chi ha ragione? Cerchiamo di capirlo.
I mercati stanno dimostrando entusiasmo e speranza. Stanno cercando di guardare oltre. Anche oltre ai continui richiami su una potenziale seconda ondata. Per cui pare che certi media facciano quasi il tifo, impegnati come sono a tenere desta l’attenzione dello spettatore/lettore. Le economie reali stanno invece lottando per risalire. I primi dati erano stati devastanti. I mesi primaverili sono stati terribili, con i lockdown che le hanno indebolite parecchio. Ma qualcosa si muove, o almeno sembra. I dati di maggio e di giugno mostrano chiari segni di miglioramento, soprattutto negli indici PMI, cioè quelli dei produttori di beni. Tranne la Cina, che è stata la prima ripartire, la Francia e il Brasile, tutte le altre principali economie mondiali sono ancora sotto la soglia di 50, che segnala contrazione economica.
Listini azionari euforici, economie reali in difficoltà: chi ha ragione?
Ma perché i mercati sono così euforici, allora? Perché questa risalita imponente, che in alcuni casi (USA), ha completamente recuperato le perdite accumulate tra febbraio e marzo? Semplice. Perché i mercati hanno scommesso, sin da subito, su una ripresa veloce delle economie. Il loro ragionamento è stato semplice. Hanno venduto tutto perché hanno immediatamente capito che i lockdown avrebbero fatto crollare le economie mondiali. Ma a qualunque crollo deve seguire una risalita. E quando è parso evidente che il virus poteva essere tenuto sotto controllo, e che il distanziamento sociale funzionava, era evidente che le economie sarebbero ripartite.
I mercati, di norma, anticipano di almeno 6-9 mesi i cambiamenti economici. Questo vuol dire che per loro, il momento della svolta si avrà non prima di settembre, forse anche a dicembre. Fino ad allora, è probabile che le economie facciano fatica. Perché ci sono focolai ancora attivi, che fanno fatica ad essere spenti. In alcuni casi, il picco non è stato ancora raggiunto, come negli Stati Uniti, dove una gestione caotica ha complicato parecchio la situazione. Ma le economie si riprenderanno senza dubbio. Ci sono ormai due farmaci che hanno dimostrato efficacia contro il Covid-19, il remdesivir della Gilead e il desametasone, un cortisonico economico. Si sa come comportarsi contro la malattia. E il numero dei pazienti in terapia intensiva, in molte nazioni, è in continuo calo.
Allora hanno ragione le Borse?
Forse sì. Anche perché i recuperi economici continuano. Giugno sarà già un mese decisivo. Probabilmente molte nazioni continueranno a recuperare a livello manifatturiero. Molti torneranno a lavorare a pieno ritmo, e non solo da casa. E la nazione guida del mondo, gli USA, proprio oggi hanno postato incoraggianti dati sul lavoro. E questo dopo gli ottimi dati sulla fiducia dei consumatori di ieri. Infatti 4,8 milioni di persone hanno trovato un lavoro, contro i 2,5 di maggio. E la disoccupazione è scesa all’11,1%, contro il 13,3% di maggio. La locomotiva americana si è messa di nuovo in moto, nonostante tutto, pare. Forse hanno avuto ragione i mercati, allora.