Accidenti, non ci voleva proprio ma una brutta notizia sta arrivando nelle case di potenziali 19 milioni di italiani. L’INPS ha inviato una lettera davvero spiacevole perché ha notato un errore nella Certificazione Unica 2020 già inviata. Circa 15 milioni di pensionati, percettori di cassa integrazione o indennità di disoccupazione potenzialmente possono ricevere l’avviso. Purtroppo, da un primo riscontro, l’anomalia non è dovuta dall’errore umano ma da un buco nel software.
L’INPS si scusa
All’interno della missiva, l’INPS, con tanto di scuse annuncia che la Certificazione Unica 2020 allegata annulla e sostituisce la precedente. Ma cosa è successo? L’Istituto di previdenza ammette che le somme certificate non corrispondono a quelle effettivamente erogate o trattenute nel 2019. Pertanto, bisogna leggere con attenzione cosa c’è scritto nella sezione reddito e ritenute.
Oltre al danno la beffa
Di conseguenza, i destinatari della lettera hanno il compito di ripresentare la dichiarazione dei redditi. Logicamente i termini sono scaduti ma meglio ripresentare la dichiarazione perché altrimenti tra qualche anno se scatta l’accertamento fiscale sono dolori.
I cittadini, dunque, non hanno altra strada che scegliere la ripresentazione della dichiarazione dei redditi con il ravvedimento. In questo modo non si corrono rischi. Perciò bisogna armarsi di tanta pazienza e rifare la dichiarazione dei redditi sulla base di questa nuova Certificazione Unica.
Errori anche nella dichiarazione precompilata
Come tutti sanno l’Agenzia delle Entrate fornisce una dichiarazione precompilata. Molti cittadini utilizzano questo documento per non perdere tempo accettando quanto indicato dal Fisco.
Purtroppo, l’errore commesso dall’INPS si ripercuote anche su questa dichiarazione dei redditi precompilata. Dunque, a tutti coloro che giunge la lettera ed hanno usato la dichiarazione precompilata devono modificare il contenuto sulla base della nuova Certificazione Unica.
Un caos per tutti
L’INPS ha inviato una lettera davvero spiacevole e i cittadini non sono i soli ad imprecare. Purtroppo i professionisti, i consulenti, i patronati e Caf hanno ora il compito di rifare tutto d’accapo. Purtroppo, l’INPS ha commesso l’errore ma materialmente i cittadini pagano in tempo e denaro.