Il mercato azionario statunitense, da mesi in rally, potrebbe iniziare ad avvisare i primi sintomi di stanchezza. Infatti il mese di settembre ha registrato una performance non certo esaltante. Il che ha portato gli operatori a domandarsi cosa stia succedendo. Una pausa fisiologica era prevedibile, ma c’è chi è arrivato addirittura a pensare che Wall Street potrebbe essere all’inizio di un trimestre molto difficile. Il motivo? Un’inflazione più alta del previsto e il pericolo di pressioni sulla FED perché acceleri il tapering già annunciato. Ma secondo Jeremy Siegel professore di finanza alla Wharton School dell’Università della Pennsylvania, i mercati non sono pronti per un tapering veloce.
L’inflazione sarà un problema anche per il futuro?
Guardando invece all’economia reale, l’aumento dei prezzi al consumo sta iniziando a farsi sentire anche nella vita di tutti i giorni. Infatti sono sempre più evidenti gli aumenti sulle materie prime e sugli alimentari. Oltre che sui servizi. Le Banche centrali continuano a far passare il messaggio di un’inflazione come fenomeno momentaneo seppur acuto. Ma anche in questo caso il concetto di momentaneo potrebbe essere facilmente relativo. Dunque l’inflazione sarà un problema anche per il futuro?
Sebbene sia il gas a toccare livelli che non si vedevano da anni, i fari sono ora puntati sul petrolio. Oggi la riunione dell’OPEC dovrà infatti affrontare la decisione di alzare o meno la produzione di greggio. Stando alla maggior parte degli osservatori, però, la situazione non dovrebbe cambiare più di tanto. In questo caso resterebbero confermati i 400mila barili al giorno per il prossimo mese.
Il trend del petrolio
Una conferma di questo potrebbe essere il leggero aumento che si sta vedendo proprio in queste ore sul barile. Il Brent è arrivato a quotare 79,6 dollari mentre il Wti ha superato di poco i 76. Allo stato attuale dei fatti, perciò, da Barclays hanno deciso non solo di ritoccare al rialzo i target dei titoli di settore ma anche di rivedere nella stessa direzione, anche le stime sugli utili. Una view che, fondamentalmente, è condivisa anche dagli esperti di Citi i quali, però, sembrano avere un approccio quasi “ciclico”.
Infatti dalla loro analisi emerge un dato molto interessante. Il rialzo delle materie prime, energetici in primis, è un trend classico che si evidenzia nei momenti in cui l’economia mondiale esce da una fase di recessione. Ed è proprio sugli energetici che da Citi offrono una view rialzista. Andando oltre il report delle varie case d’affari, non bisogna dimenticare un altro elemento di valutazione. Il Covid, infatti, ha provocato, in varie parti del mondo ed in momenti differenti, vasti lockdown. Il che ha portato ad un’alterazione delle fasi di produzione, lavorazione, approvvigionamento e distribuzione delle materie prime. Da qui il possibile timore di un’inflazione che potrebbe accompagnarci ancora a lungo.