Licenziamenti, chi va e chi resta secondo l’ultimo decreto del Governo Draghi

lavoratore

Il primo luglio prossimo non scatterà la raffica di licenziamenti temuta dai sindacati, grazie alle novità introdotte dagli ultimi provvedimenti decisi il 24 maggio scorso dal Governo Draghi e in vigore dal 26 maggio 2021. Questa data sarà tuttavia decisiva per le imprese che rientrano nelle situazioni in cui il licenziamento è consentito. Ecco cosa è lecito fare e cosa no, il riepilogo è a cura degli Esperti di Lavoro di ProiezionidiBorsa.

Un provvedimento “semaforo” per regolare i flussi lavorativi

Licenziamenti: vediamo chi va e chi resta secondo l’ultimo decreto del Governo Draghi. Il Consiglio dei Ministri dello scorso 24 maggio ha deciso di consentire alle imprese l’uso della Cassa Integrazione ordinaria senza pagare addizionali fino alla fine dell’anno, purché si impegnino a non licenziare.

Questa norma ha bloccato di fatto una grande emorragia di dipendenti soprattutto nelle grandi imprese del settore privato. Non sono ammessi i licenziamenti per giustificato motivo oggettivo. Sono fermi fino al 31 ottobre per i datori di lavori destinatari di FIS, CIGD, FSBA e fino al 31 dicembre per Cassa Integrazione ordinaria.

I tagli ammessi sono solo questi

Sono ammessi i licenziamenti per giusta causa, cambio appalto. Sono ammessi i licenziamenti entro il periodo di prova, per interruzione del rapporto con l’ex socio di una cooperativa di produzione e lavoro, in caso di precedente risoluzione del rapporto associativo.

È possibile il recesso da apprendistato al termine del periodo formativo, così come il licenziamento dei lavoratori domestici.

Considerando le condizioni aziendali, il licenziamento è previsto per cessazione definitiva dell’attività dell’impresa, per messa in liquidazione della società senza continuazione anche parziale dell’attività. E anche nel caso di fallimento o di stipula di un accordo collettivo aziendale con incentivo alla risoluzione del rapporto di lavoro.

Licenziamenti: chi va e chi resta secondo l’ultimo decreto del Governo Draghi

È possibile revocare l’incarico ai dirigenti e licenziare i dipendenti per raggiunti limiti di età ai fini della fruizione della pensione di vecchiaia. A questo proposito è importante riflettere sul fatto che dobbiamo mantenere in azienda un team con competenze specifiche per i settori nei quali operiamo.

Teniamo cari i dipendenti che per lungo tempo hanno compreso quali sono i valori della nostra azienda e il valore aggiunto che intendiamo ancora conseguire. Mantenere le persone giuste nella propria organizzazione, anche se hanno una età elevata o come pensionati lavoratori, permette di mantenere qualità elevate nel proprio business.

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