Eccellente dato sul PIL in Svizzera uscito a +3.4% ben sopra il consensus posizionato a +2.4% su base annua confermato dal dato trimestrale a +0.7% con attese a +0.5%.
Vale a dire che la confederazione elvetica sta trovando un nuovo modello di sviluppo. Costretta ad omologare il fiorente sistema bancario per evitare di finire nella sgradita black-list, col famigerato segreto bancario svizzere, per utilizzare una formula eufemistica messo a dura prova, la Svizzera ha trovato nuove vie per alimentare la propria crescita. Senza dimenticare che stiamo parlando di un paese con bassissimi livelli di disoccupazione.
Un quadro normativo rigoroso ma senza il soffocamento burocratico tipico dell’area UE, un approccio dell’amministrazione approfondito e metodico ma non soffocante, pressione fiscale accettabile e in numerosi cantoni agevolazioni di varia natura tutti fattori che stanno riportando la Svizzera al proprio ruolo di isola felice.
Non a caso molte aziende stanno delocalizzando in Svizzera ovvero addirittura imprenditori italiani si trasferiscono avviando direttamente la propria attività nel cantone preferito.
Senza contrae l’innovazione tecnologica avanzata che in particolare nel Cantone Zugo sta trovando terreno fertile sia in ambito di sviluppo tecnologico tradizionale sia nell’innovazione cripto-valute comprese. A tal proposito la Svizzera è stata la prima nazione a legiferare in modo chiaro e comprensibile sull’argomento critpo-monete e relative ICO.
Persino il settore del Private Banking sta segnando una forte ripresa nonostante le limitazioni che l’attività bancaria ha avuto per omologarsi a livello internazionale. Qualità e serietà pagano a prescindere dai rendimenti.
Sia inteso la perfezione non esiste ma certo è che i cugini elevatici stanno dando una lezione a tutta Europa UE in particolare.
Nello specifico alla Germania che nella sua arroganza di moderno paese coloniale si è dimenticata che con la sua politica cieca improntata soltanto alle proprie esigenze sta impoverendo vieppiù quasi tutti i partner ormai saturi , almeno a livello di popolazione, di questa Europa. Non solo, così facendo sta iniziando a pagare pesantemente dazio sulle vendite dei propri prodotti che pur di qualità mantengono livelli di prezzo elevati. Infatti se tu impoverisci troppo una nazione “amica” poi non puoi aspettarti che nell’era del credito zero i tuoi prodotti possano trovare lo spazio di prima. La cosa è bene confermata dal dato odierno di oggi che vede in Germania un catastrofico -0.9% DI ORDINATIVI ALLE FABBRICHE contro attese positiva a +1.6%.
Ricordiamo che proprio ieri abbiamo posto gli ordinativi al secondo posto come importanza all’interno di un armonioso ciclo virtuoso di dati macro-economici.
L’unica “fortuna” dei tedeschi è che con la globalizzazione e grazie all’euro zavorrato dalle nazioni UE da loro stessi calpestate le loro esportazioni trovano spazio in decine di nazioni che fino a pochi anni fa i prodotti tedeschi se li potevano soltanto sognare.