L’Eurozona resta in deflazione

banca centrale europea

L’Eurozona resta in deflazione. E questo è un problema per la Banca Centrale Europea e i suoi obiettivi di stabilità dei prezzi di medio e lungo periodo.

Secondo la lettura di Eurostat del rapporto sull’IPC dell’Eurozona di dicembre, infatti, i prezzi al consumo nell’area euro si sono attestati al -0,3% su base annua, a riprova delle stime flash attese. Su base mensile, l’IPC di dicembre è invece aumentato del +0,3% confermando le aspettative e in salita dal -0,3% precedente, mentre l’IPC “core” è rimasto ​​allo 0,4%, come da attese.

Secondo Eurostat “I tassi annuali più bassi sono stati registrati in Grecia (-2,4%), Slovenia (-1,2%) e Irlanda (-1,0%). Quelli più elevati sono stati registrati in Polonia (3,4%), Ungheria (2,8%) e RepubblicaCeca (2,4%). Rispetto a novembre, l’inflazione annuale è diminuita in nove Stati membri, è rimasta stabile in otto ed è aumentata in dieci “. Inoltre, “a dicembre, il contributo più elevato al tasso annuo di inflazione dell’area dell’euro è venuto dai servizi (+0,30 punti percentuali), seguiti da alimentari, alcol e tabacco (+0,25 pp), beni industriali non energetici (-0,14 pp) e energia (-0,68 pp). ”

L’Eurozona resta in deflazione

L’inflazione effettiva rimane quindi molto al di sotto degli obiettivi della BCE, che tradizionalmente erano stati fissati attorno al 2,0%, ma che Francoforte ha dovuto di recente abbassare, accortasi che l’obiettivo del 2,0% è appunto difficilmente raggiungibile nell’attuale quadro macroeconomico. Tutto questo nonostante anni di politiche monetarie espansive, tassi di interesse al minimo storico e programmi di acquisto di titoli di stato per centinaia di miliardi di euro.

Politiche che, almeno secondo la teoria economica mainstream, avrebbero dovuto spingere al rialzo l’inflazione, che invece è rimasta al di sotto delle attese. Se sia la teoria ad essere palesemente sbagliata oppure se sia stata semplicemente applicata male dalla BCE è ancora motivo dì dibattito. La cosa evidente è che finora non le mosse della BCE non hanno rispettato le attese.

Secondo qualche analista, tuttavia, un forte aumento inflazionistico potrebbe verificarsi a breve, in caso di uscita dell’Eurozona dalla crisi. L’aumento dei consumi finora rimandati dai consumatori europei negli ultimi mesi, infatti, potrebbe comportare un forte aumento dei prezzi, con i commercianti che potrebbero essere spinti ad effettuare politiche di rialzo per recuperare il fatturato perduto nell’ultimo anno. Un quadro che i banchieri centrali sicuramente non disdegnerebbero e che forse, in fondo in fondo si auspicano.